Greenpeace: “La plastica Di Coca-Cola, Pepsico e Nestlè aggrava la crisi climatica”
Pubblicato il: 14/09/2021
Autore: Redazione GreenCity
Un nuovo rapporto di Greenpeace USA rivela che alcune multinazionali di beni di consumo come Coca-Cola, PepsiCo e Nestlé stanno favorendo l’espansione della produzione di plastica, con impatti negativi sul clima e sulle persone di tutto il mondo.
Un nuovo rapporto diffuso da Greenpeace USA rivela che alcune multinazionali di beni di consumo come Coca-Cola, PepsiCo e Nestlé stanno favorendo l'espansione della produzione di plastica, con impatti negativi sul clima e sulle persone di tutto il mondo.
Il rapporto "The Climate Emergency Unpacked: How Consumer Goods Companies are Fueling Big Oil's Plastic Expansion" svela i legami commerciali tra le aziende che basano il loro business sull'impiego di grandi quantità di plastica monouso e le compagnie dei combustibili fossili. La plastica è infatti ricavata in gran parte dal petrolio e dal gas fossile, considerati i principali responsabili del riscaldamento globale. «Gli stessi marchi che alimentano l'inquinamento globale da plastica contribuiscono anche all'acuirsi della crisi climatica in corso», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia. «Nonostante si sforzino di apparire attente alla questione climatica, compagnie come Coca-Cola, PepsiCo e Nestlé lavorano a fianco dell'industria dei combustibili fossili per espandere la produzione di plastica: una crescita che potrebbe far salire le emissioni di gas serra a livelli catastrofici, in un pianeta già surriscaldato". Secondo il rapporto, Coca-Cola, PepsiCo, Nestlé, Mondelēz, Danone, Unilever, Colgate Palmolive, Procter & Gamble e Mars acquistano i loro imballaggi da produttori che, a loro volta, si approvvigionano da aziende come ExxonMobil, Shell, Chevron Phillips, Ineos e Dow. "Celando queste relazioni dietro una cortina fumogena, multinazionali come Coca-Cola, PepsiCo e Nestlé cercano di eludere le loro responsabilità per le violazioni dei diritti umani e ambientali riconducibili alla produzione di plastica ricavata dalle fonti fossili" scrive Greenpeace in una nota. Il rapporto mostra che, per decenni, le multinazionali dei beni di consumo hanno collaborato con l'industria dei combustibili fossili per presentare il riciclo come soluzione all'inquinamento da plastica, nonostante l'inefficacia di questa presunta soluzione sia oggi evidente su scala globale. Tutte queste realtà produttive hanno unito gli sforzi per ostacolare l'introduzione di nuove leggi in grado di limitare l'uso di imballaggi e hanno sostenuto progetti di "riciclo chimico o avanzato" che ancora restano sulla carta.
Il rapporto rileva inoltre che le industrie del monouso e delle fonti fossili fanno parte di gruppi di facciata che ancora oggi sostengono queste false soluzioni, tra cui l'Alliance to End Plastic Waste, la Recycling Partnership e l'American Chemistry Council. «Per molto tempo, le multinazionali che impiegano grandi quantità di plastica usa e getta nei loro prodotti hanno cercato di nascondere i legami con le aziende dei combustibili fossili e con l'industria petrolchimica», continua Ungherese. «La nostra investigazione svela che invece hanno obiettivi comuni e continuano a inquinare il pianeta. Se le aziende come Coca-Cola, PepsiCo e Nestlé avessero realmente intenzione di proteggere l'ambiente e le persone, dovrebbero immediatamente porre fine all'alleanza con l'industria dei combustibili fossili e abbandonare il monouso nei loro prodotti».
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