La quasi totalità delle aree inserite nel sito inquinato di interesse nazionale (Sin) della
laguna di Grado e Marano, in Friuli, sono state restituite dallo Stato alla competenza della Regione.
Il Friuli Venezia Giulia diventa così apripista, riducendo
il primo dei 57 Sin presenti in Italia.
È il frutto della semplificazione avviata dal ministro dell’Ambiente,
Corrado Clini, per sbloccare il risanamento e il riutilizzo delle zone industriali più inquinate.
Gli interventi di decontaminazione delle 57 aree italiane a maggiore inquinamento industriale sono stati rallentati per molti anni da un eccesso di burocrazia. Il perimetro di queste aree è spesso molto vasto e comprende anche zone agricole,
residenziali, industriali non inquinate, aree che finora sono sottratte agli usi legittimi
Con la semplificazione, tra l’altro, le dimensioni dei Sin vengono ridotte
alle sole zone di alta contaminazione; le altre zone a minore inquinamento passano di competenza delle Regioni, che potranno procedere al risanamento affinché le aree possano tornare agli usi legittimi.
Il primo caso è quello della laguna di Marano e Grado, contaminata da alcune lavorazioni della zona industriale di Torviscosa. Il Sin resterà limitato agli impianti
Caffaro (chimica di base), di una discarica che vi è collegata, del canale Banduzzi che consente il collegamento del polo chimico con la laguna e il mare.
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