"Non c'è la presunzione di convincervi, ma il tentativo di spiegarvi che state bruciando il ramo su cui siete seduti". E' questo uno dei passaggi della "lettera aperta a voi che state incendiando il paese" che il presidente nazionale di Legambiente ha deciso, oggi, di indirizzare ai criminali che stanno devastando il patrimonio boschivo e forestale. Roghi quasi sempre di origine dolosa, appiccati per fini speculativi.
"Motivi diversi – si legge nella missiva di
Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – vi spingono a compiere questi atti criminali. C'è, ad esempio, chi cede alla seduzione di un facile e immediato guadagno offrendosi come manovalanza a basso costo a quanti intendono speculare sulle aree percorse dal fuoco, c'è chi spera di prenotarsi un futuro lavoro di rimboschimento, c'è chi deliberatamente vuole attaccare le aree naturali protette e i parchi, perché ogni vincolo, per chi vuole devastare il territorio a proprio uso e consumo, è insopportabile, c'è chi fa dell'illegalità e dell'attacco ai beni comuni il proprio mestiere quotidiano, c'è chi spera di ricavare un vantaggio personale dall'arrivo di finanziamenti destinati alle attività di spegnimento".
"Gli incendi dolosi –
prosegue Cogliati Dezza – sono un crimine ai danni del patrimonio comune, perché mandano in fumo le possibilità di crescita e sviluppo di tante economie locali potenzialmente ricchissime. I soldi non si fanno bruciando aree verdi, ma tutelandole e lavorando insieme alla parte migliore del Paese per costruire sviluppo e occupazione. C'è bisogno di gestire, curare, migliorare la qualità dei nostri boschi, dei nostri ambienti naturali, è qui che si possono creare mille mestieri, mille attività legali e legittime che danno lavoro".
Secondo
Legambiente salvare e tutelare le foreste significa creare occupazione contribuendo così alla crescita delle economie locali. Ed è a questa prospettiva che gli incendiari dovrebbero convertirsi, trovando in questo modo soluzione al loro bisogno di lavoro.
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