Il mercato automobilistico italiano sta vivendo una trasformazione senza precedenti: tra il 2021 e il 2025 sono già entrati 21 nuovi brand, che potrebbero salire oltre 30 entro il 2028, per il 90% di origine o proprietà cinese. La quota di mercato di questi marchi è cresciuta rapidamente, passando dallo 0,4% del 2021 al 6,6% di agosto 2025.
Per analizzare questo trend, AutoScout24, il più grande marketplace automotive online in Europa, e MY PR, società di comunicazione d’impresa e advisory reputazionale, hanno organizzato un evento durante il quale è stata presentata la ricerca condotta da Quintegia, “Brand emergenti e nuovi orientamenti di dealer e consumatori nel settore automotive”. Uno studio che, a partire dallo scenario attuale, approfondisce la percezione dei consumatori, il ruolo dei dealer e dei marketplace nella costruzione della fiducia, delineando al contempo i possibili scenari futuri.
“Il quadro che emerge dalla ricerca sui marchi emergenti non è quello di una contrapposizione tra case tradizionali e nuovi brand orientali, bensì di una coabitazione strategica, in cui ciascun player può rafforzare o conquistare segmenti specifici del mercato italiano, valorizzando il proprio DNA, adattandosi alle esigenze locali e rispondendo ai nuovi bisogni dei consumatori - afferma Gioia Manetti, CEO di AutoScout24 Italia e AutoProff Italy - I consumatori italiani, soprattutto i più giovani e chi sceglie l’elettrico, mostrano una crescente apertura verso i nuovi brand orientali, attratti dal rapporto qualità-prezzo e dall’innovazione tecnologica. Allo stesso tempo, rimangono barriere legate alla fiducia e alla conoscenza del marchio. La sfida sarà proprio questa: costruire credibilità e riconoscibilità. I dealer avranno un ruolo fondamentale, così come i marketplace digitali, che sono ormai il punto di partenza per ogni scelta di acquisto.”
Il 44% degli automobilisti italiani si dichiara disposto a considerare un nuovo marchio emergente per il prossimo acquisto, con un incremento di 3 punti percentuali rispetto allo scorso anno. La propensione cresce in maniera significativa tra i possessori di auto elettriche (68%) e raggiunge il 74% nella Generazione Z.
Tra i brand emergenti più riconosciuti dai consumatori spiccano BYD, EVO, MG, Omoda & Jaecoo e Sportequipe.
I driver di scelta risultano molto chiari: al primo posto tra chi ha affermato che prenderebbe in considerazione i nuovi brand orientali per la prossima auto, si colloca il rapporto qualità/prezzo, sostenuto da prezzi competitivi e coerenti, indicato dal 91% degli intervistati. Segue la tecnologia (43%), con particolare attenzione all’innovazione come elemento distintivo, con un’attenzione alla sostenibilità in via di definizione.
Al contrario, tra i fattori che frenano l’interesse emergono la scarsa familiarità con i marchi (69% dichiara di non conoscerli o di non riporre fiducia), i dubbi sulla qualità e sull’affidabilità dei prodotti (39%) e la limitata copertura della rete di vendita e assistenza sul territorio (38%).
Quando si tratta invece di scegliere un marchio tradizionale, i vantaggi percepiti sono legati soprattutto all’affidabilità e alla reputazione consolidata (75%), oltre alla presenza fisica capillare dei servizi di vendita, assistenza e post-vendita (61%).
Ma non c’è solo il punto di vista dei consumatori. Dal lato dei concessionari emerge un approccio pragmatico. Otto dealer su dieci rappresentano ancora principalmente brand tradizionali, ma circa la metà (46%) ha già inserito almeno un marchio emergente orientale nel proprio portafoglio.
Il posizionamento di questi marchi si distingue nettamente da quello dei costruttori storici. Tra i dealer che hanno scelto di inserire un brand emergente, i principali vantaggi individuati sono il rapporto qualità/prezzo (80%), già evidenziato dai consumatori, il potenziale di crescita (58%) e l’investimento iniziale più contenuto richiesto (52%). Crolla invece il valore dell’autorevolezza del marchio (2%), che rimane un punto di forza decisivo per i brand tradizionali (per il 70% dei dealer), insieme alla solidità del servizio post-vendita (50%).
Quanto al profilo del cliente tipo interessato ai nuovi brand orientali, i dealer identificano prevalentemente privati di età compresa tra i 45 e i 59 anni, con un reddito mensile tra i 1.200 e i 3.500 euro. Un segnale che il fenomeno non riguarda ancora il “mass market” più ampio, ma intercetta fasce ben precise della popolazione automobilistica.
L’analisi dei listini conferma che i nuovi brand orientali si presentano sul mercato con un posizionamento altamente competitivo. L’ingresso in Italia avviene soprattutto di segmento C e D attraverso SUV elettrici e ibridi plug-in, con fasce di prezzi di ingresso compresi tra i 30.000 e i 60.000 euro. In questi segmenti, il prezzo medio di partenza dei modelli emergenti risulta inferiore del 20-30% rispetto a quello dei marchi tradizionali più venduti.
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Categorie: Mobilità
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