"Sulla riduzione delle emissioni di gas serra l'Italia e' sempre pronta a fare la sua parte, ma la proposta di distribuzione delle quote della Commissione Europea per i settori non ETS e i meccanismi di flessibilità previsti non sono equi e non tengono conto dei grandi passi in avanti fatti nel tempo dal nostro Paese".
Lo afferma
il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti. "I criteri fissati dalla Commissione - spiega il ministro - impongono a Stati 'early mover' come l'Italia, cioè che prima degli altri hanno applicato politiche virtuose di riduzione, sforzi superiori a quelli che vengono chiesti a Paesi che hanno ridotto di meno in questi anni. In particolare, il punto di partenza per la riduzione prevista non tiene incredibilmente in conto il raggiungimento, e per l'Italia l'ampio superamento, degli obiettivi fissati al 2020, ne' paradossalmente la ridotta incidenza della nostra agricoltura nella produzione di emissioni inquinanti. La Commissione finisce così per premiare chi emette di più e punisce i comportamenti virtuosi".
"In occasioni ufficiali e informali, in ultimo con una lettera trasmessa domenica al Commissario Canete - conclude Galletti - avevamo chiesto alla Commissione una proposta diversa, più bilanciata, con criteri di calcolo rispondenti alla realtà: ora lavoreremo assieme agli altri Paesi per ristabilire l'equilibrio necessario".
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