Allarme ambientale nei mari italiani: in gennaio e nei primi giorni del mese di febbraio è stata verificata nel
Tirreno una
mortalità anomala di delfini (stenelle striate) con
33 esemplari spiaggiati tra Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Un dato preoccupante che si discosta fortemente dalla media storica di questo tipo di eventi (meno di 4 animali l’anno).
Il ministero dell'Ambiente sta monitorando da vicino la situazione grazie alla rete scientifica appositamente voluta e finanziata dal dicastero:
Università di Pavia, Università di Padova, Asl, Istituti Zooprofilattici e Arpat. Inoltre il ministero dell’Ambiente ha allertato il Reparto ambientale marino (Capitanerie di Porto e Guardia costiera).
Dalle prime indagini sembra di poter escludere eventi eccezionali causati dall’uomo, come sversamenti di petrolio o di sostanze inquinanti, ricerche geosismiche o esercitazioni militari.
La causa più probabile
è di natura infettiva (in 6 soggetti è stata rinvenuta traccia di un batterio, Photobacterium Damselae, che può portare a sindrome emolitica e lesioni ulcerative). Per questo motivo nelle prossime settimane i ricercatori approfondiranno l’eventuale presenza di virus e l’eventuale fioritura di alghe anomale.
Il ministro dell’Ambiente,
Corrado Clini, ha commentato: “La Rete nazionale di monitoraggio degli spiaggiamenti sta svolgendo un ottimo lavoro di raccordo tra tutti i soggetti coinvolti e di campionamento, ma vogliamo continuare a studiare da vicino questo fenomeno così preoccupante. Attendiamo nelle prossime settimane dati certi che mettano al confronto le conoscenze teoriche sulle correnti marine con i dati meteo-marini degli ultimi mesi e la situazione su eventuali spiaggiamenti avvenuti in Francia e in Spagna, così da ricostruire un quadro complessivo della situazione”.
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