“La situazione dell’Ilva di Taranto va risolta ora e nel rispetto della salute e del lavoro. Il governo deve intervenire per obbligare l’azienda al miglioramento degli impianti e al risanamento dell’ambiente continuando a produrre. Nessun alibi deve essere fornito a chi ha tirato troppo la corda per evitare di investire in innovazione e risanamento e ora approfitta del blocco per continuare a non fare nulla, dopo aver colpevolmente inquinato e danneggiato per anni la città e i suoi abitanti”.
Così il presidente nazionale di
Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, ha commentato la notizia della chiusura dell’Ilva.
“Senza l’intervento della Magistratura saremmo ancora molto lontani dal conoscere gli equivoci affari condotti dall’azienda - ha continuato Cogliati Dezza - ma a questo punto è necessario impedire ogni via di fuga che permetta ai Riva di lasciare azienda e città nelle pesti, dopo aver sfruttato senza ritegno risorse e operai, senza mai affrontare seriamente alcuna ipotesi di risanamento e innovazione che avrebbe permesso all’azienda di stare sul mercato in maniera competitiva e sostenibile”.
Alla luce delle intercettazioni pubblicatei inoltre,
Legambiente ha chiesto le dimissioni di coloro che sono risultati compromessi nella vicenda dell’
Aia del 2011 rilasciata dall’allora ministro
Prestigiacomo e che l'associazione ambientalista aveva denunciato di essere stata scritta dalla stessa azienda.
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