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Ogni anno uccisi più di 100 milioni di squali anche per scopi alimentari

Pubblicato il: 12/06/2025
Autore: Redazione GreenCity
La volontà di provare a spiegare cosa si nasconde dietro la pesca e il commercio della carne di squalo, con l'obiettivo di sensibilizzare le persone sul suo commercio legale, aumentando la consapevolezza sulle minacce che gli stessi squali affrontano nei nostri mari sono al centro di SHARK PREYED, il documentario dei fratelli Andrea e Marco Spinelli, risultato di più di tre anni di ricerca e riprese, in viaggio tra Italia e Spagna.

Ogni anno vengono uccisi più di 100 milioni di squali e razze, con alcune popolazioni declinate del 95%. Il 36% di queste popolazioni, circa un terzo quindi, sono a rischio di estinzione, con gravi conseguenze su tutto l’ecosistema marino. Negli ultimi 50 anni il loro numero si è ridotto del 70%.

Verdesca, palombo, smeriglio, spinarolo, mako o gattuccio: secondo il Food Balance Sheet della FAO, (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) nel 2017 circa il 3% del consumo totale pro capite di prodotti di pesca e acquacoltura era composto da elasmobranchi (squali e razze); tra il 2009 e il 2021, l’Italia è risultata essere il terzo più grande importatore di prodotti di squalo a livello globale, con circa 98mila tonnellate di prodotti di squalo importati.

Sono i numeri impressionanti attorno a cui si sviluppa il documentario SHARK PREYED. Un progetto di “riqualificazione” dello squalo nella società moderna, animale cardine nel mantenimento dell’equilibrio della biodiversità marina, storicamente demonizzato e attualmente a rischio di estinzione.

A condividerli sono Andrea e Marco Spinelli, che questo progetto l’hanno ideato e realizzato.

Siciliani, entrambi molto seguiti sui social, legati al mare da una profonda connessione ereditata dal padre, che li portava in esplorazioni subacquee sin da quando erano bambini. Biologo marino e ricercatore presso la Fondazione dell’Oceanografico di Valencia il primo; documentarista, fotografo subacqueo e, nella categoria “divulgatori”, tra i 100 under 30 selezionati da Forbes lo scorso anno il secondo. Marco Spinelli, peraltro è già un nome noto nel mondo della divulgazione ambientale grazie a “Missione Euridice”, documentario realizzato nel 2021 sulle reti fantasma nei mari siciliani, sempre con il fratello Andrea, e “Io, Tevere” sul mutamento del fiume nel rapporto con l’uomo, realizzato con il surfista Roberto D’Amico, entrambi pubblicati sulla piattaforma Prime Video.

Shark Preyed è il risultato di oltre tre anni di ricerca e riprese, immagini con cui vogliono raccontare il rapporto con questi animali e «provare a svelare ciò che si “nasconde” dietro la pesca e il commercio della loro carne, con l'obiettivo di sensibilizzare le persone sul suo commercio legale, aumentando la consapevolezza sulle minacce che gli stessi squali affrontano nei nostri mari».

“Con un terzo delle specie di squali a rischio estinzione, Shark Preyed porta alla luce un’emergenza ambientale ignorata. Non è solo un’inchiesta, ma un viaggio di consapevolezza per rivelare la verità sugli squali e sulla loro fondamentale importanza per la salute degli oceani” - concludono Andrea e Marco Spinelli.



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Categorie: Ambiente

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