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Agricoltura, per 1 italiano su 3 è una buona opportunità di lavoro

Pubblicato il: 23/12/2020
Autore: Redazione GreenCity
Una ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua: l'agricoltura è un ambito lavorativo interessante soprattutto per i giovani. Cosa evoca la parola agricoltura per gli italiani? Tradizione (32%) e Made in Italy (15%).
Un italiano su tre (32%) vede nell'agricoltura un interessante ambito di lavoro, un settore ampio e diversificato in cui sviluppare competenze e crescere professionalmente. È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua dedicato all’agricoltura.
Un dato importante in un anno complesso per l’Italia e per l’agroalimentare a causa degli effetti della pandemia di Covid-19.
 In particolare, l’agricoltura può essere un buono sbocco lavorativo per i giovani (37%), capace di dare soddisfazioni e di trasformare una passione in una professione. Le nuove generazioni, dicono gli italiani, possono trovarvi una realtà formativa e altamente stimolante (19%), per quanto piuttosto faticosa (19%). 
Lavorare in agricoltura, dicono gli italiani, ha molti aspetti positivi: tra i principali, per quasi uno su due (42%) offre l’opportunità di riavvicinarsi alle tradizioni e al territorio e un ulteriore 38% sottolinea il senso di realizzazione che deriva dal veder concretizzarsi davvero gli sforzi compiuti col proprio lavoro. 
Ma cosa rappresenta l’agricoltura agli occhi degli italiani? Un terzo degli intervistati (32%) la associa alla parola tradizione, e quindi al legame con i valori e le specificità del territorio, e un ulteriore 26% la connette all’idea di salute e sana alimentazione. Per un italiano su cinque, invece, il primo pensiero è quello della fatica connessa al lavoro nei campi (19%), mentre per il 15% agricoltura vuol dire soprattutto Made in Italy e le sue eccellenze. 
La pandemia ha avuto indubbie ripercussioni sul settore, che ad esempio – stima il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) nel suo ultimo bollettino CreaAgritrend  - ha visto una riduzione del 12,8% del PIL agricolo nel secondo trimestre 2020 rispetto ai tre mesi precedenti.  Ma, insieme a ciò, l’agricoltura si trova ad affrontare anche altre tematiche ormai entrate nel percepito degli italiani: in primis quella del cambiamento climatico e dell’inquinamento (56%). Un intervistato su quattro (26%) cita anche i limiti spesso posti da normative vincolanti e un ulteriore 8% individua tra i fattori contrari la diffusione sempre maggiore di mode che promuovono prodotti alimentari esotici.

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