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“Buona notte, ghiacciai”: in mostra il progetto Ice Memory al Lagazuoi EXPO Dolomiti

Pubblicato il: 20/12/2023
Autore: Redazione GreenCity
Lagazuoi EXPO Dolomiti apre la stagione invernale con la mostra sul progetto Ice Memory, in collaborazione con Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia e Istituto Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR.

La nostra storia è scritta nel ghiaccio. Nel cuore delle Dolomiti, Lagazuoi EXPO Dolomiti porta i visitatori direttamente in un contesto estremo, ai confini del mondo: “dentro” i ghiacciai. A partire dal prossimo 23 dicembre, nel polo espositivo che sorge nella stazione di arrivo della funivia Lagazuoi, a quota 2.732 metri, apre la mostra dedicata ad Ice Memory, progetto riconosciuto dall’UNESCO. “Buona notte, ghiacciai” è un racconto che affonda nel passato più remoto e ci spinge ad immaginare come sarà il futuro.

Il riscaldamento globale sta mettendo in pericolo i ghiacciai, che custodiscono informazioni climatiche insostituibili riguardanti la storia del clima e dell’ambiente. Un patrimonio che ci permette da un lato di indagare sul passato - prossimo e remoto – del nostro pianeta, e dall’altro di migliorare la nostra capacità di prevedere le conseguenze future del cambiamento climatico, orientando così le nostre scelte. Perciò a partire dal 2015 è nato il progetto Ice Memory, che vede affiancarsi varie equipe internazionali – tra le quali il team italiano guidato da Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di Scienze Polari del CNR e professore all’Università Ca’ Foscari_Venezia. Gli scienziati stanno prelevando, sulle Alpi e in altri punti del pianeta, delle carote di ghiaccio, dei cilindri di 10 centimetri di diametro e profondi come il ghiacciaio. È grazie a campioni come questi che è possibile ricostruire la variabilità naturale del clima prima che le emissioni industriali e il gas serra inneschino un innalzamento accelerato delle temperature globali. Analizzando le carote è possibile comprendere come il pianeta reagisca a questi fenomeni: un’informazione di fondamentale importanza nel momento in cui occorre decidere quali azioni intraprendere per mitigare i danni causati dal cambiamento climatico. Questi campioni di ghiaccio verranno poi trasferiti in una remota area dell’Antartide utilizzata come “frigorifero” naturale. Qui nascerà un archivio che nei decenni a venire potrà essere analizzato senza limiti di tempo dalle future generazioni di scienziati, con strumenti che ancora non conosciamo. È un dono dei ricercatori di oggi a quelli del futuro.

Chi sale a Lagazuoi è invitato ad entrare in punta di piedi in un ambiente affascinante quanto poco conosciuto. La mostra, curata da Erica Villa e Enrico Costa, è abbinata a un catalogo online in italiano, inglese e tedesco – scaricabile con QR Code – che permette di approfondire i temi trattati.

Nella prima sala si proiettano i video dedicati alle missioni scientifiche di Ice Memory, girati sul campo dal fotografo e videomaker Riccardo Selvatico: la luce è ovattata, la scenografia è immersiva, e sulle quattro pareti compaiono panorami sconfinati e distese di ghiaccio visivamente di grande impatto, abbinati a un breve testo poetico. Si ascoltano i suoni che emettono i ghiacciai in fase di fusione: sussurri, gorgoglii, scrosci e ticchettii registrati con microfoni speciali direttamente dal ghiacciaio Morteratsch, in Svizzera, rielaborati dall’artista Ludwig Berger. Un tappeto sonoro avvolgente, che suggerisce un’intima connessione con l’ambiente.

La seconda sala è dedicata a due progetti paralleli e uniti da una forte affinità tematica, Ice Memory e Memoria dei Ghiacci: quest’ultima è un’iniziativa di divulgazione cofinanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca, guidata dalla Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia. Da un lato scopriamo, attraverso video e interviste, come lavorano i ricercatori di Ice Memory, ascoltando il racconto delle loro missioni su ghiacciai alpini e alle Svalbard, in Artico (missioni che hanno ottenuto un finanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca). Dall’altro, grazie a Memoria dei Ghiacci, osserviamo una delle conseguenze più evidenti del riscaldamento climatico: il ritiro dei ghiacciai, che sta avvenendo a ritmo impressionante. Una serie di proiezioni mostra il “prima” e il “dopo”. Questo confronto diventa possibile anche grazie al sito web e alla app Memoria dei Ghiacci, che presentano dati e immagini sui principali ghiacciai alpini e offrono a tutti la possibilità di contribuire al monitoraggio inviando al team di ricerca le proprie foto.

Protagonista assoluta della terza sala – e simbolo dell’intera mostra – è un’autentica carota di ghiaccio prelevata in uno dei siti del progetto, già pronta per essere trasportata in Antartide. Custodita dentro un freezer, rivela al pubblico i suoi segreti come un libro, strato dopo strato. In questo ambiente trova posto anche un manichino vestito con abiti originali del progetto Ice Memory, specialmente adatti a climi estremi, realizzati da Karpos e Aku per i ricercatori. Infine, spazio ai dati – rielaborati in una veste grafica d’impatto – legati alla Marmolada, una delle montagne simbolo delle Dolomiti, visibile direttamente dal Lagazuoi. Il suo ghiacciaio, meta turistica in estate e in inverno, si è dimezzato in appena 25 anni, e pare destinato a scomparire in poco tempo.

L’intero percorso espositivo è un invito ad esplorare un ambiente insolito ma estremamente prezioso per il nostro futuro, sostenendo la ricerca scientifica. Una maggiore consapevolezza collettiva è il punto di partenza necessario per provare ad invertire la rotta.



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Categorie: Green Life

Tag: Green life

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