Le destinazioni turistiche che si trovano in zone naturalisticamente delicate basano spesso il proprio sviluppo sulle indicazioni di un
Osservatorio turistico, appartenente al network internazionale
INSTO, "International Network of
Sustainable Tourism Observatories". Attualmente sono 22 al mondo i membri di questo network, che appartiene all’organizzazione mondiale del turismo in seno alle Nazioni Unite (UNWTO). I 22 membri si sono impegnati a rilevare e analizzare dati turistici, socio-economici e ambientali rilevanti, valutando anche l’impatto che il
turismo esercita su società, ambiente ed economia.
La Giunta regionale ha autorizzato oggi l’inserimento dell’
Alto Adige come quarta località europea inserita nel network delle destinazioni già aderenti all’INSTO. Fino a questo momento il modello di
sviluppo turistico sostenibile proposto dall’INSTO è stato adottato in Europa dalla costa dalmata, le isole dell’Egeo e la zona del Portogallo meridionale. Oltreoceano un altro dei membri aderenti è il distretto vinicolo di Sonoma in California.
Grazie alla diffusione a livello internazionale del concetto di
green region applicato all’Alto Adige, la Provincia di Bolzano viene vista come un modello per molte regioni. I dati standardizzati servono unicamente a confermare l’efficacia di questo modello.
Nel segno del motto dell’INSTO "Measure to better manage", ovvero "Misurare per gestire meglio", è possibile analizzare e confrontare i numeri e lo sviluppo della stagionalità del
turismo, della forza lavoro impiegata in questo settore, i vantaggi economici per la destinazione e la governance, la soddisfazione della popolazione e la gestione di energia, acqua e rifiuti.
L’INSTO prevede che ciascun osservatorio possa rilevare autonomamente ulteriori dati, qualora ritenuti strategici per la destinazione considerata. Per l’Alto Adige si è ritenuto significativo rilevare anche i dati relativi a
mobilità,
turismo invernale,
innovazione,
natura,
paesaggio, urbanistica, infrastrutture, qualità, collaborazione fra istituzioni ed enti,
agricoltura e regionalità.
Il lavoro dell’
Osservatorio durerà 3 anni e in seguito diventerà probabilmente un’istituzione permanente. Nel corso del primo anno (2019) il progetto costerà 132.940 euro, di cui la
Provincia di Bolzano verserà 43.000 euro. La restante somma sarà a carico di
IDM e di
Eurac Research. Le previsioni per il 2020 e il 2021 parlano di una spesa annuale di 112.320 euro. La Provincia sosterrà spese per 65.000 euro, Eurac Research 46.820 euro l’anno.
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