Parte oggi da
Verona il monitoraggio sulla presenza di
PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nell’acqua potabile erogata nelle scuole primarie del Veneto.
Nelle scorse settimane
Greenpeace ha inviato richieste ai dirigenti scolastici di oltre trenta scuole primarie venete e, ad oggi, tredici istituti hanno autorizzato la raccolta e l’analisi dei campioni di acqua potabile. Il monitoraggio toccherà, nei prossimi giorni, le scuole primarie di numerosi comuni delle province di Verona (tra cui San Bonifacio, San Giovanni Lupatoto, Legnago),
Vicenza (tra cui Montecchio Maggiore, Brendola, Arzignano, Sarego, Vicenza) e Padova (tra cui Montagnana e Padova) caratterizzati da un diverso grado di contaminazione da PFAS.
“Ringraziamo tutti i dirigenti scolastici che hanno autorizzato Greenpeace alla raccolta e analisi dei campioni di acqua, accogliendo le richieste di molti genitori preoccupati. Nei casi di contaminazione come questo i soggetti più vulnerabili sono proprio i bambini e per essi dovrebbe valere il principio di maggior tutela” dichiara
Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Un secco no alla richiesta di Greenpeace è invece arrivato dai dirigenti scolastici delle scuole primarie di alcuni dei comuni più esposti alla contaminazione come Lonigo, Noventa Vicentina, Pojana Maggiore e Arcole. Per altri istituti, da Cologna Veneta ad Altavilla Vicentina, ancora non è arrivata un’autorizzazione ufficiale.
“Pur comprendendo le cautele di alcuni dirigenti scolastici di istituti situati nei comuni dell’area più contaminata da PFAS, riteniamo preoccupante che non abbiano consentito a Greenpeace di raccogliere campioni di acqua, negando così la richiesta di molti genitori di avere dati indipendenti sulla presenza di PFAS nell’ acqua potabile delle scuole frequentate dai loro figli. Confidiamo in un ripensamento di questi dirigenti”
conclude Ungherese.
Nelle scorse settimane Greenpeace ha lanciato
una petizione per chiedere alla Regione Veneto di individuare e fermare tutte le fonti di inquinamento da PFAS ed abbassare i livelli consentiti per queste sostanze nell’acqua potabile allineandoli con quelli in vigore in altri paesi europei.
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