Secondo quanto riportato da alcune fonti giornalistiche,
la Cina ha sottoscritto
l’obiettivo di ridurre entro il 2030 l’intensità di carbonio del 60-65 per cento rispetto ai livelli del 2005. L’annuncio è stato fatto dal premier cinese Li Keqiang durante una visita ufficiale in Francia.
«Finora la Cina ha sempre giocato in difesa la partita sul cambiamento climatico, perciò oggi è stato fatto un primo passo importante verso un ruolo più attivo. Affinché la Conferenza di Parigi sia un successo, occorre però che tutti gli attori principali – la stessa Cina, ma anche l’Unione Europea – si pongano obiettivi più ambiziosi», dichiara
Luca Iacoboni, responsabile della campagna Clima e Energia di Greenpeace Italia.
L’annuncio cinese arriva dopo gli impegni già presi da Unione Europea e Stati Uniti. Tutti i più grandi inquinatori hanno dunque messo sul tavolo delle trattative i rispettivi obiettivi in vista della Conferenza sul Clima di Parigi.
«L’impegno di oggi è solo un punto di partenza. L’obiettivo annunciato non riflette pienamente l’importante transizione energetica già avviata in Cina. Se prendiamo in considerazione fattori come il calo dei consumi di carbone, la robusta crescita delle rinnovabili e il drammatico bisogno di sconfiggere l’inquinamento atmosferico, siamo convinti che la Cina possa andare ben oltre quanto proposto oggi», conclude Iacoboni.
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