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Foreste italiane: dieci miti da sfatare

Pubblicato il: 22/11/2019
Autore: Redazione GreenCity
Per la Giornata nazionale degli Alberi, FSC Italia ha messo alla prova dei fatti le credenze più diffuse sui boschi italiani. Con qualche sorpresa.
Quanto ne sappiamo davvero, come cittadini, sulla situazione delle foreste italiane? E quanto siamo vittime di informazioni superficiali e imprecise? FSC Italia, rappresentante per il nostro Paese della ONG internazionale che da 25 anni si occupa di promuovere la gestione forestale responsabile, ha messo alla prova le credenze più diffuse. Sfatando miti consolidati.

I boschi italiani stanno scomparendo - Falso: i boschi italiani sono in continua espansione. Dalla fine della Prima Guerra Mondiale ad oggi, la superficie forestale italiana è triplicata. Negli anni Venti erano censiti in Italia circa 4 milioni di ettari di boschi. Oggi se ne contano più di 11 milioni. Nell’ultimo decennio la superficie forestale italiana è aumentata del 5,8%.

Bosco significa solo legname - Falso: il legname è solo uno dei tanti servizi e prodotti forniti dai boschi. Alberi e piante ci offrono infatti protezione del suolo dall’erosione e dal dissesto idrogeologico. E regolazione del ciclo dell’acqua, fissazione del carbonio, habitat per la biodiversità. E spazi per attività sportive, educative, terapeutiche e ricreative. L’insieme di tutto questo prende il nome di servizi naturali o ecosistemici.

I boschi italiani sono tutti naturali - Falso: i boschi italiani sono il risultato dell’azione dell’uomo. L'88% è al giorno d’oggi antropizzata e di origine seminaturale. I paesaggi forestali italiani, infatti, sono stati modellati dall’uomo nel corso dei secoli. E si ritrovano semplificati nella struttura e nella composizione di specie.

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I boschi non vanno toccati - Falso: una buona gestione dei boschi permette di valorizzarne prodotti e servizi senza comprometterne le funzionalità. Certo, i boschi non hanno bisogno dell’uomo. Siamo noi ad avere bisogno dei boschi e la gestione attiva è l’unico strumento capace di mitigare gli effetti derivanti dai cambiamenti climatici, dall’instabilità idrogeologica, dagli incendi, dalla diffusione di patogeni e di specie invasive.

Chi pianta è buono, chi taglia è cattivo - Falso: tagliare un albero non è di per sé un crimine, se fatto secondo piani di gestione responsabile. Quando il taglio viene effettuato da operatori specializzati e secondo una pianificazione ben precisa, applichiamo un approccio di selvicoltura naturalistica. Ossia un sistema dove gli alberi vengono tagliati in modo selettivo. Per imitare le dinamiche naturali del bosco e favorendo la rinnovazione naturale delle specie.

Più legno e carta vuol dire meno boschi - Falso: il legno è il materiale di origine biologica, rinnovabile e riciclabile, più importante per noi. Possiamo usarlo in maniera sostenibile. Ad esempio tagliando le piante seguendo i ritmi naturali di rigenerazione del bosco. L’impiego del legno sostituisce poi l’uso di materiali derivanti da fonti fossili inquinanti come la plastica.

img 3648 modIl fuoco è nemico dei boschi - Parzialmente falso: il fuoco è un elemento che ha un preciso ruolo negli ecosistemi forestali, in particolare quelli mediterranei. Tuttavia, gli incendi di origine naturale (ad esempio quelli causati dai fulmini) in Italia sono molto rari. Il vero nemico dei boschi è in realtà l’abbandono dei terreni e la negligenza dell’uomo. Sommati ai cambiamenti climatici, portano ad un aumento degli incendi e della loro capacità distruttiva.

Le foreste non valgono nulla - Falso: il valore economico prodotto dalle foreste Italiane è di 450 euro per ettaro all’anno, pari a 85 euro per cittadino. Dobbiamo tenere presente che il bosco protegge le nostre case dall’erosione del suolo e dalle alluvioni, ci assicura acqua pulita e produce l’ossigeno che respiriamo: tutto questo fa una bella differenza nel nostro portafoglio - e nella nostra vita.

Tutto ciò non vuol dire che la situazione dei boschi italiani sia completamente positiva. È invece lontana dal principio della gestione forestale sostenibile. I boschi ricoprono ormai circa il 40% del territorio, ma ne utilizziamo solo una minima parte: questo abbandono è un’occasione mancata di sviluppo che ci porta ad essere tra i principali importatori di legname in Europa, oltre ad esporci a rischi sempre maggiori a causa del dissesto idrogeologico e degli incendi.

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Categorie: Ambiente

Tag: fsc Ambiente

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