Plastica, Greenpeace scopre sito di stoccaggio illegale di rifiuti italiani in Turchia
Pubblicato il: 06/09/2019
Autore: Redazione GreenCity
Greenpeace: "In questo modo, da una parte la Turchia si sta trasformando in una discarica di rifiuti italiani ritenuti poco idonei al riciclo, dall’altra gli sforzi quotidiani di migliaia di cittadini nel separare e differenziare i rifiuti in plastica vengono così vanificati da pratiche assolutamente illegali".
A seguito di un’indagine congiunta di
Greenpeace Italia e Greenpeace Turchia, condotta nella provincia di Smirne, che ha portato alla scoperta di
un sito illegale di stoccaggio di rifiuti in plastica – verosimilmente provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani italiani – l’organizzazione ambientalista ha presentato una denuncia penale alle autorità turche competenti.
Secondo quanto riportato dai media turchi, e come testimoniano le immagini raccolte, sembrerebbe trattarsi in prevalenza di
film plastici flessibili eterogenei, presumibilmente provenienti dall’Italia. Tra i rifiuti fotografati sono infatti chiaramente visibili
etichette in italiano appartenenti a diverse marche presenti nel nostro Paese.
Le testimonianze fotografiche del sito illegale di stoccaggio sono state raccolte da Greenpeace presso una fattoria ad est della città turca. Secondo la testimonianza del proprietario dell’area, un imprenditore italiano avrebbe affittato una porzione di terreno sulla quale ha successivamente abbandonato
almeno cinquanta balle di rifiuti plastici, per poi rendersi irreperibile.
«Troviamo inaccettabile che la Turchia diventi la discarica di rifiuti italiani poco idonei al riciclo. Le nostre immagini mostrano come gli sforzi quotidiani di migliaia di cittadini nel separare e differenziare i rifiuti in plastica vengano vanificati da pratiche illegali come quella documentata», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
«Questo dovrebbe farci riflettere sul fatto che riciclare la plastica non è sufficiente. Per evitare che situazioni come questa possano verificarsi in futuro, è necessario ridurre subito e drasticamente la produzione di plastica a partire dall’usa e getta».
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