Il settore automotive è stato uno dei più colpiti dalla crisi dovuta alla pandemia da Covid19: solo in Italia, nei primi 9 mesi del 2020 le immatricolazioni, circa 972.000, sono calate del 34% rispetto allo stesso periodo del 2019 (1,4 milioni). Tuttavia,
il mercato delle auto elettriche - “full-electric”, sempre più apprezzate, e “ibride plug-in” - si mostra in controtendenza: tra gennaio e settembre le immatricolazioni hanno superato il 3% del totale (+2% rispetto al 2019), attestandosi a 30.000, cioè il 155% in più. Inoltre, gli obiettivi fissati dalle principali case automobilistiche, sia in termini di vendita che di nuovi modelli offerti, non hanno subito significative variazioni al ribasso, viceversa in alcuni casi sono stati incrementati. Parliamo di dati ancora molto modesti
se rapportati ai 2,3 milioni di autoveicoli elettrici immatricolati lo scorso anno nel mondo (ora il parco complessivo è pari a 7,5 milioni), ma che lasciano ben sperare per lo sviluppo del mercato della mobilità elettrica in Italia.
Cifre e analisi contenute nello
Smart Mobility Report 2020 realizzato dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, giunto alla quarta edizione.
“Tra i fattori che hanno favorito la crescita -
ha commentato Simone Franzò, Direttore dell’Osservatorio Smart Mobility dell’E&S Group - ci sono certamente il rafforzamento degli incentivi all’acquisto, l’incremento dei modelli “elettrificati” (88 al primo semestre 2020, di cui 50 PHEV e 38 BEV, in totale 26 in più rispetto all’anno prima) offerti in Italia dalle case automobilistiche, che hanno rivisto al rialzo i target di vendita dei prossimi anni, e l’ulteriore aumento dell’infrastruttura di ricarica: i punti di ricarica pubblici e privati a uso pubblico ad agosto erano oltre 16.000, il 20% in più rispetto a fine 2019”.
“Tuttavia -
continua Franzò - parliamo di cifre ancora modeste: il Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC) fissa a 6 milioni le auto elettriche che dovrebbero circolare in Italia nel 2030, a fronte delle attuali 70.000. Se vogliamo raggiungere o addirittura superare questi obiettivi si stima che debbano essere investiti nei prossimi 10 anni circa 200 miliardi di euro, tra autovetture e infrastrutture di ricarica, opportunamente favoriti, quantomeno nel breve periodo, da meccanismi di supporto adeguati. Le condizioni di contorno create dai policy maker e dagli operatori incideranno in maniera significativa: agire in maniera sinergica su tutti i fattori è condizione necessaria per consentire al nostro Paese di collocarsi ai primi posti in Europa, con evidenti ricadute positive sulla filiera e su tutto il sistema-Paese”.
Nel 2019 sono state immatricolate nel nostro Paese 17.065 auto elettriche (+78% sul 2018, di cui 10.566 “full-electric”, più che raddoppiate, e 6.499 “ibride plug-in”) su circa 2 milioni di immatricolazioni totali (lo 0,9%, quasi il doppio rispetto al 2018), di cui il 70% nel Nord Italia, il 24% al Centro e appena il 6% al Sud. In Europa ci collochiamo in coda nella Top 10, con poco più del 3% delle immatricolazioni di veicoli elettrici sul totale europeo, a fronte del 12% se si guarda alle autovetture nel loro complesso.
Il
Trentino Alto Adige si dimostra la regione a maggior sviluppo della mobilità elettrica, considerando che ogni 100.000 abitanti a fine 2019 contava 40 auto elettriche immatricolate e 35 punti di ricarica. All’estremo opposto, diverse regioni del Sud Italia risultano invece «deficitarie» con riferimento ad entrambe le dimensioni d’analisi.
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