Un’esperienza unica permette per la prima volta di vedere il mondo dalla prospettiva di un albero e di percepire intuitivamente cosa significa vivere come una pianta. L'installazione interattiva, The Hidden Plant Community, porta nel cuore della Foresta della Tranquillità di EXPO 2025, in Giappone, l'eccellenza della ricerca italiana nel pionieristico campo dell'etologia vegetale. Ideata e realizzata da PNAT Project Nature, il collettivo di scienziati, botanici e designer fondato dal neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, questa Comunità delle piante invisibili coniuga arte e scienza per tradurre in suoni e luci la vita segreta degli organismi vegetali. Obiettivo: permettere finalmente al pubblico di osservare con gli occhi e con il cuore i movimenti e le funzioni di questi esseri viventi attraverso il linguaggio dell'arte, per abbandonare la visione antropocentrica del mondo e cogliere l'esistenza da una prospettiva più ampia.
CONNETTERSI CON IL MONDO DELLE PIANTE. Qual è il modo più felice di vivere? Per rispondere a questa domanda, Expo 2025 Osaka, dal 13 aprile al 13 ottobre 2025, ha invitato la comunità scientifica internazionale a confrontarsi sul tema Progettare la società del futuro per le nostre vite attraverso una visione estesa a tutte le forme di vita, non soltanto quella degli esseri umani.
L'Esposizione si tiene sull'isola artificiale di Yumeshima, nella baia di Osaka, e ha come fulcro l'edificio circolare progettato da Sou Fujimoto, realizzato a impatto zero e appena entrato nel Guinness dei primati come architettura in legno più grande del mondo. The Grand Ring simbolizza proprio l'unione nelle diversità e la connessione tra esseri viventi, in un mondo condiviso da innumerevoli specie. Nel cuore dell'anello, la Foresta della Tranquillità, con 1.500 alberi, invita a guardare al futuro da una prospettiva biofilica. Proprio qui, il professor Stefano Mancuso di PNAT, insieme con un nugolo di artisti e scienziati di rilievo internazionale - Yoko Ono, Tomás Saraceno, Leandro Erlich e Pierre Huyghe - è stato invitato a concepire un'opera di rilievo planetario, ritrovando lo spirito originario di Expo. Obiettivo delle Esposizioni Universali, che si tengono da 174 anni, a partire dal 1851, è unire la saggezza del mondo per trovare soluzioni alle sfide comuni.
DAR VOCE ALLA COMUNITÀ DELLE PIANTE INVISIBILI. L’installazione The Hidden Plant Community rende visibile l’invisibile, trasformando in un'esperienza tangibile il lavoro incessante che le piante svolgono silenziosamente ogni giorno. Imboccando il percorso, i visitatori entrano in una dimensione diversa, tra installazioni sonore e luminose. La prima esperienza, Il suono degli alberi, trasforma le onde sonore della linfa grezza che risale dalle radici alle foglie in un paesaggio acustico e visivo. Diciotto colonne hi-tech, infatti, creano una foresta artificiale che rimanda alla mente le canne di un organo, per un'immersione uditiva tra le voci delle piante. Sei di tali colonne sono dotate di casse acustiche direzionali che permettono di entrare in una sorta di camera sonora dove ascoltare i suoni registrati da un geofono, un particolare apparecchio che riesce a captare i rumori impercettibili all’orecchio umano all’interno del tronco. La seconda opera, Il movimento degli stomi, è un'installazione cinetica che imita il funzionamento di questi "organi" attraverso un insieme di microstrutture pneumatiche che si aprono e si chiudono, per mettere in evidenza come gli alberi regolino lo scambio di ossigeno e di anidride carbonica con l’ambiente.
RIVELATO IL SUONO DEGLI ALBERI. Lo xilema, ovvero la parte legnosa dei tronchi, è il tessuto vegetale che trasporta dalle radici alle foglie la linfa grezza, composta principalmente da acqua e sali minerali. Le cellule dello xilema sono paragonabili a microscopici tubi attraverso i quali la linfa viene “aspirata” verso l’alto, come in una cannuccia. L’esperienza Il suono degli alberi mette in evidenza questa funzione, amplificando il suono che si produce nel legno. Gli altoparlanti posizionati nelle colonne permettono quindi di ascoltare ciò che accade all'interno degli alberi.
RIPRODOTTO IL MOVIMENTO DEGLI STOMI. Gli stomi sono microscopiche "bocche" presenti su foglie, fiori e fusti; ciascuno di essi è formato da due cellule. Tali aperture permettono lo scambio di gas tra l'interno e l'esterno della pianta, facilitando l’ingresso dell’anidride carbonica per la fotosintesi e il rilascio di ossigeno e vapore acqueo. L’installazione cinetica Il movimento degli stomi è composta da sei strutture a grandezza d'uomo, luminose e trasparenti, posizionate in verticale, che ripropongono le lamine fogliari, con all'interno i loro organelli. Gli elementi pneumatici dell'opera si aprono e si chiudono durante le ore diurne grazie a un sensore di temperatura, mentre restano inattivi di notte, imitando il funzionamento degli stomi.
«Non si tratta di automatismi, di semplici risposte meccaniche a degli stimoli esterni», spiega il Professor Stefano Mancuso, massimo esperto di intelligenza delle piante e ideatore, 20 anni fa, della prima cattedra di etologia vegetale, all'Università di Firenze. «Purtroppo, noi uomini comprendiamo soltanto ciò che è simile a noi e immaginiamo l'intelligenza come il frutto di un organo come il cervello, ma questi compiti possono essere affidati all'intero corpo. Le piante sono semplicemente diverse da noi, ma la loro intelligenza evolutiva gli ha permesso di essere organismi tra i più longevi sulla Terra».
STEFANO MANCUSO: "USCIAMO DALLA CECITA' VEGETALE". Durante il primo panel di confronto tra i grandi nomi del dibattito culturale planetario promosso da Expo 25, intitolato Risonanza multiculturale verso un futuro migliore, il professor Stefano Mancuso è intervenuto a Osaka insieme con lo scienziato Hiroaki Miyata, l'architetto Sou Fujimoto, la storica dell'arte Yuko Hasegawa, l'architetto e performer Tomás Saraceno e l'artista concettuale Leandro Erlich. Il botanico italiano ha sottolineato come l'umanità non può più far a meno di considerare le piante nel progettare il domani. «La letteratura scientifica ha svelato come noi persone tendiamo a "non vedere" le piante che ci circondano, percepite come una sorta di "sfondo" inerte per le nostre vite: questo fenomeno è noto come plant blindness o cecità alle piante. Ci siamo abituati a considerarle elementi statici, trascurando l'incredibile varietà di azioni vitali che compiono. Questa percezione distorta può avere conseguenze gravissime sull’ambiente e sulla salute umana, perché la vita sulla terra dipende totalmente dalle piante», ha affermato il Prof. Mancuso. «Attraverso la fotosintesi, senza clamore, le piante consumano anidride carbonica, rilasciano ossigeno e trasformano la luce solare in energia. Eppure, ancor oggi, le consideriamo entità passive, prive di quella dinamicità che invece caratterizza la loro esistenza, o al massimo le utilizziamo come orpelli decorativi. Senza il loro contributo la vita sulla Terra così come la conosciamo non sarebbe possibile. Siamo totalmente dipendenti dalle piante in tutto, dall'aria che respiriamo a quello che mangiamo, ai farmaci, eppure abbiamo tagliato duemila miliardi di alberi negli ultimi due secoli, con un effetto devastante per il Pianeta. È nostro dovere lavorare su questa consapevolezza, per far riconoscere alle persone il ruolo primario delle piante nella costruzione di un futuro per l'umanità. The Hidden Community of Plants punta a creare una connessione empatica e consapevole con questi esseri viventi diversi da noi utilizzando il linguaggio dell'arte, per rendere immediatamente percepibili dalle persone le loro attività vitali», ha concluso il fondatore di PNAT. Project Nature.
IL LAVORO DELLE PIANTE NEGLI INTERNI. Un'altra importante funzione svolta dalle piante, ovvero la loro capacità di creare autonomamente le condizioni ambientali più consone alla loro sopravvivenza, viene dimostrata dal Professor Stefano Mancuso in Building Biospheres, il Padiglione del Belgio alla Biennale di Architettura di Venezia di cui è il curatore insieme al paesaggista Bas Smets. Inoltre, il lavoro scientifico di PNAT e l'intelligenza delle piante sono protagonisti alla Biennale di Architettura di Venezia 2025 (aperta al pubblico dal 10 maggio fino al 23 novembre 2025) con l'installazione Fabbrica dell'Aria Pavilion. Nel padiglione, realizzato all’interno delle Corderie dell'Arsenale, viene presentato per la prima volta il dispositivo di bio-filtrazione vegetale stand alone Fabbrica dell'Aria.2 progettato dagli scienziati di PNAT per le abitazioni e gli ambienti di lavoro.
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Categorie: Green Life
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