In quasi la metà delle famiglie italiane (48%) c’è chi prepara in casa i dolci tipici del Natale nel rispetto delle tradizioni locali.
E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ che evidenzia un importante ritorno al fai da te, messo in mostra al Villaggio contadino a Matera dove è stato organizzato il primo appuntamento nazionale dedicato al Natale a tavola, la tradizione più radicata nella cultura degli italiani, con la prima esposizione dei dolci tipici provenienti da tutte le regioni realizzati dal vivo dagli agrichef, i cuochi contadini.
La preparazione casalinga dei piatti tradizionali delle feste è infatti – sostiene la Coldiretti – una attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne e all’interno delle mura domestiche si svolge il rito della preparazione di specialità alimentari caratteristiche del Natale destinate spesso a rimanere solo un piacevole ricordo per tutto il restante periodo dell’anno. Si tratta spesso di dolci – ricorda Coldiretti –
le cui ricette sono tramandate da generazioni e rappresentano un vero e proprio patrimonio culturale del Paese. Da Nord a sud del Bel Paese – sottolinea la Coldiretti –le specialità sono moltissime e tutte fortemente legate al territorio, in
Basilicata non possono mancare i
calzoncelli di pasta fritta con ripieno di mandorle e zucchero oppure castagne e cioccolato, in
Calabria si consuma la
pitta “mpigliata” con la sua caratteristica forma a rosellina (o rosetta). In
Campania è il tempo di
roccocò e susamielli, mentre in
Puglia troviamo le
cartellate baresi, nastri di una sottile sfoglia di pasta, unita e avvolta su sé stessa sino a formare una sorta di “rosa” impregnata di vincotto tiepido o di miele, e poi ricoperte di cannella, zucchero a velo oppure mandorle. Al nord – continua la Coldiretti – in
Friuli torna la
gubana, una pasta dolce lievitata, con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa, scorza grattugiata di limone, dalla caratteristica forma a chiocciola, in
Emilia Romagna la
spongata ripiena di miele, uva passa, noci, pinoli, cedro, in
Liguria del
pandolce (impasto di farina, uvetta, zucca candita a pezzetti essenza di fiori d’arancio, pinoli, pistacchi, semi di finocchio, latte e marsala ) e in
Lombardia, dove troviamo il
Panun de Natal, un dolce ricco di frutta secca e molto profumato fatto con il grano saraceno e che può avere la forma di un filoncino leggermente appiattito o più raramente di una pagnotta rotonda, rigonfia al centro. Non mancano specialità infine – continua la Coldiretti – nelle isole come in
Sicilia con
i buccellati di Enna (dolci tipici ripieni di fichi secchi).
Ma per chi non ha tempo di dedicarsi al fai da te casalingo e vuole comunque stupire i commensali – continua Coldiretti –
arrivano i primi agripanettoni 100% italiani, come quelli con grano anico o di mais corvino fatti in Lombardia o il panettone con grano 100% nazionale, frutto della collaborazione tra Sis, Società Italiana Sementi di Bologna, mulino Pivetti di Cento (Ferrara), Coprob (cooperativa produttori bieticolo-saccariferi) e la cooperativa Deco Industrie di Bagnacavallo (Ravenna). Per produrlo – continua Coldiretti – è stato utilizzato
grano tenero della varietà “Giorgione”, da cui si ottiene una farina al top della qualità per la trasformazione in prodotti da forno. Selezionato, coltivato, raccolto e macinato in Italia, il Giorgione – commenta Coldiretti – è un grano tenero frutto della ricerca di Sis, ottenuto con incroci naturali e senza impiego di organismi transgenici, ma valorizzando il meglio della tradizione produttiva del grano nel nostro Paese. Oltre all’ingrediente base, la farina,
il panettone 100% italiano – conclude Coldiretti – utilizza burro, zucchero, uova, lievito madre e scorze di arance candite, tutti di produttori nazionali.
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