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WWF: i maggiori investitori europei si allontanano dai fossili

Pubblicato il: 05/07/2017
Autore: Redazione GreenCity
In vista del G20 di Amburgo il WWF ha diffuso il report European Asset owners: "Occorre fare di più".
I maggiori investitori europei sono parzialmente allineati con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima, di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, ma investono ancora troppo in carbone. Questo il dato evidenziato dalla prima indagine condotta dal WWF sui maggiori Asset Owners europei. La mancanza di trasparenza sugli investimenti nei settori responsabili dei cambiamenti climatici resta un elemento di preoccupazione che dovrà essere affrontato dall’Unione Europea e al prossimo G20 di Amburgo.
Il rapporto del WWF dal titolo “European asset owners: 2°C alignment and misalignment of public equity portfolios” mostra che 30 dei maggiori Asset Owners, principalmente fondi pensione, da Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia, hanno già attuato cambiamenti per rendere il proprio portfolio di public equity in linea con l’obiettivo di limitare i cambiamenti climatici ben al di sotto dei 2°C.  Quasi tutti hanno tagliato i finanziamenti nel settore dell’estrazione di carbone; tuttavia molti di loro stanno investendo ancora troppo nel settore della generazione elettrica da carbone e sono in ritardo nel passaggio all’energia rinnovabile.
“Assicurarsi che il capitale sia investito in società che contribuiscono a un futuro sicuro dal punto di vista del clima è fondamentale per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, riducendo i rischi finanziari relativi al clima e massimizzando i guadagni. Alcuni Asset Owners già dimostrano di condurre tale processo, ma molto deve essere ancora fatto per riposizionare gli investimenti passando dal carbone all’energia rinnovabile”, ha commentato Sebastien Godinot, Economista al WWF European Policy Office.
Il WWF ha contattato 80 dei maggiori Asset Owners europei che rappresentano un totale di 13 mila miliardi di dollari di asset, ma finora solo 30, per un valore di 2,5 mila miliardi di dollari americani, si è resa disponibile a rendere trasparenti i dati relativi agli investimenti. Sono necessari molti ulteriori sforzi per migliorare la mancanza di trasparenza sugli investimenti, in parte dovuta alla attuale mancanza di regolamentazione, che non è richiesta in alcuni paesi.
“Troppi Asset Owners ancora oggi non mostrano apertamente come e se i propri investimenti di capitale sono compatibili con gli obiettivi di salvaguardia climatica siglati con l’Accordo di Parigi. Noi facciamo appello ai leader del G20 che si riuniranno in settimana ad Amburgo per affrontare e migliorare questa situazione, adottando i suggerimenti della Task Force designata del Financial Stability Board sulla necessità di trasparenza sugli investimenti in materia di clima. La trasparenza sugli investimenti deve essere una pratica adottata obbligatoriamente a livello europeo ed a livello nazionale dagli Stati membri, - come mossa fondamentale per permettere, di prassi, che i portafogli degli investitori siano allineati agli impegni di salvaguardia del clima”, ha aggiunto Godinot.

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Categorie: Ambiente

Tag: Ambiente

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