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Pfas, Regione Veneto replica a Greenpeace: al top per sicurezza

Pubblicato il: 16/05/2017
Autore: Redazione GreenCity
L'assessore all'ambiente: "Valuteremo denuncia per procurato allarme”.
"Premesso che per un'analisi scientifica sarebbe necessario l'utilizzo di parametri assolutamente identici, tuttavia da una comparazione puntuale con le rilevazioni fatte in altre realtà risulta inequivocabilmente che l'esposizione a Pfos in Veneto è la più  bassa rispetto ad altri Paesi": a dirlo l'assessore regionale all'ambiente della Regione Veneto Giampaolo Bottacin che in tal modo rimanda al mittente le accuse mosse da Greenpeace e anche "le paure che una cattiva informazione su di un tema così delicato provocano nella gente". 
"I nostri tecnici hanno comparato diversi dati europei e americani e il nostro limite Pfas è da considerare il più basso in Europa e vicino ai limiti americani che, in qualche caso. sono leggermente più bassi dei nostri. e ricordo che l’OMS ha evidenziato nei Pfos la sostanza più pericolosa tra la famiglia dei Pfas". 
"Una cosa è comunque certa - prosegue l'assessore - i nostri limiti sono gli unici che recano la dicitura "fino allo zero virtuale": ciò significa che, di fatto, l'attuale esposizione totale reale a tutti i Pfas è in Veneto già più bassa che negli altri Paesi, Stati Uniti compresi, e prevediamo che i limiti scenderanno ancora, anche perché i gestori veneti del servizio idrico integrato stanno adottando tutte le necessarie precauzioni, provvedendo a limitare le concentrazioni con sempre maggiore efficacia, pur se i limiti esistenti sono attualmente già rispettati". 
“Per quanto riguarda il solo parametro Pfos in acque potabili, l’informazione sui limiti pubblicata da Greenpeace appare peraltro fuorviante, in quanto non tiene conto della specifica tossicità dei singoli composti. Se si prendono i singoli componenti si potrà  riscontrare che il livello di performance italiano per il Pfas è l’unico che prevede un limite così basso per questo singolo composto, che è quello che presenta maggiore tossicità”. 
Riassumendo quanto fatto in questi anni l'assessore poi ricorda che "fin dal 2013 la Regione, appena avvisata della situazione, ha agito facendo installare ai gestori dell’acqua potabile i filtri a carboni attivi in soli tre mesi stanziando anche e immediatamente importanti risorse economiche. Non poteva in alcun modo invece bloccare gli inquinatori, perché non esisteva alcun limite di legge per tali sostanze e soprattutto perché la Regione non è organismo inquirente né tanto meno giudicante. Non ha invece bloccato, perché  non aveva senso farlo, la distribuzione dell’acqua potabile filtrata, che è stata definita sicura e potabile non dalla Regione, ma dal massimo organo nazionale in materia di tutela della salute pubblica, l’Istituto Superiore di Sanità, tanto che i limiti di qualità dell’acqua potabile fissati dal Ministero della Salute su parere dello stesso Istituto sono sempre stati rigorosamente rispettati dalla Regione".  
"Dire che la Regione ha alzato i limiti per i composti Pfas nelle acque potabili o  parlare di mancato blocco dell’erogazione dell’acqua potabile come fa Greenpeace - conclude l'assessore - significa creare volutamente preoccupazioni se non addirittura un allarme ingiustificato nella popolazione. Si respinge categoricamente l'affermazione secondo cui la Regione avrebbe aumentato i limiti e  su questo valuteremo se ci siano gli estremi per una denuncia. Ricordiamo infine a Greenpeace che tali sostanze sono regolarmente bevute in molte altre regioni d'Italia, come anche ammesso sulla stampa dal presidente della commissione bicamerale ecoreati".

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Categorie: Ambiente

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