I sopravvissuti dei tifoni sempre più violenti che si sono abbattuti
sull’arcipelago delle Filippine hanno presentato, insieme a diversi esponenti della società civile (tra cui
Greenpeace South Asia), una denuncia alla Commissione per i diritti umani (CHR) di Manila contro i grandi inquinatori, accusati di provocare cambiamenti climatici catastrofici, violando così i diritti umani.
La denuncia –
la prima al mondo di questo genere – mira a ottenere l’apertura di un'indagine che determini le responsabilità delle cinquanta maggiori aziende emettitrici di gas serra, sotto accusa per l'impatto delle loro attività economiche sul clima globale. Tra queste, oltre a multinazionali come
Chevron, ExxonMobil, BP e Shell, compaiono anche le italiane
ENI e Italcementi.
«Dai Paesi Bassi agli Stati Uniti, i cittadini iniziano a ricorrere ai tribunali per spingere i governi a prendere misure in difesa del clima», ha dichiarato
Zelda Soriano, consigliere giuridico e politico di Greenpeace South East Asia. «Ci auguriamo che la Commissione dei Diritti Umani delle Filippine compia un passo coraggioso, riconoscendo che le grandi aziende inquinanti sono in gran parte responsabili della crisi climatica».
Si stabilirebbe in tal modo un importante precedente morale e giuridico: i grandi inquinatori potrebbero essere ritenuti responsabili di violare i diritti umani con lo sfruttamento presente e futuro dei combustibili fossili.
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