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Arctic Sunrise: l'Olanda continua la procedura di arbitrato contro la Russia

Pubblicato il: 02/09/2014
Autore: Redazione GreenCity
Greenpeace: "Gli Arctic 30 sono stati liberati ma ancora non hanno trovato giustizia, è stata loro concessa un’amnistia per un crimine che non hanno commesso".
È passato quasi un anno dal 19 settembre 2013, quando la nave di Greenpeace Arctic Sunrise venne illegalmente abbordata durante una protesta pacifica contro una piattaforma petrolifera nell’Artico. Il governo olandese ha presentato oggi nuovi documenti al tribunale arbitrale che sta esaminando il caso del sequestro della nave.
“Greenpeace accoglie con soddisfazione la notizia che il governo olandese sta cercando di ottenere una sentenza in cui si dica che le autorità russe hanno agito illegalmente sequestrando la nave battente bandiera olandese Arctic Sunrise, arrestando e detenendo i 28 membri dell’equipaggio e i due giornalisti freelance a bordo.
Gli Arctic 30 sono stati liberati ma ancora non hanno trovato giustizia, è stata loro concessa un’amnistia per un crimine che non hanno commesso. Ci auguriamo che il tribunale arbitrale riconosca che le autorità russe hanno violato il diritto internazionale e che la Federazione Russa sia condannata a risarcire i danni” afferma Daniel Simons, consulente legale di Greenpeace International.
Greenpeace, pur non essendo parte nella controversia tra Olanda e Russia, si augura che il governo russo partecipi all’arbitrato e che entrambe le parti rispettino la sentenza che emetterà il tribunale" afferma in una nota Greenpeace.
Il 4 ottobre 2013 l’Olanda aveva chiesto l’arbitrato per violazione della Convenzione sul diritto del mare. Successivamente si era rivolta anche al Tribunale internazionale per il diritto del mare che aveva ordinato l’immediato rilascio della nave e degli Arctic30, ma la Russia non aveva rispettato l’ordine. Il caso è ora nelle mani di un collegio arbitrale che ha richiesto alle parti di presentare dei documenti.
Gli Arctic30 – tra i quali l’italiano Cristian D’Alessandro – hanno passato oltre due mesi in carcere a Murmansk e San Pietroburgo prima di essere rilasciati in seguito a un’amnistia. Alla nave è andata diversamente e solo il 6 giugno scorso il Comitato investigativo russo ha annullato il sequestro, permettendo alla rompighiaccio di lasciare finalmente il porto russo di Murmansk.

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Categorie: Ambiente

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