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Greenpeace: presto libero l'attivista D'Alessandro

Pubblicato il: 19/11/2013
Autore: Redazione GreenCity
Cristian D'Alesssandro, il 30enne italiano arrestato in Russia il 19 settembre dopo aver preso parte a un'azione contro le trivellazioni nell'Antartico, sarà rilasciato su cauzione.
Attraverso Twitter, Greenpeace Russia ha reso noto che sarà rilasciato su cauzione nelle prossime ore Cristian D'Alessandro, l'attivista che è in cella dal 19 settembre dopo aver preso parte, insieme ad altre 30 persone, ad un blitz contro una piattaforma petrolifera artica di Gazprom.
La cauzione prevista è di 45mila euro da versare entro il 27 novembre: la somma potrebbe essere anticipata dalla rappresentanza diplomatica italiana, a cui successivamente sarà rimborsata da Greenpeace International.
Questa mattina la Corte di San Pietroburgo aveva deciso la stessa sorte anche per Ana Paula Maciel, per l'argentina Camila Speziale e per il canadese Paul Douglas Ruzycki. E ieri stesso verdetto era stato deciso per Denis Sinyakov, Andrey Allakhverdov e Ekaterina Zaspa. Per ora solo a Colin Russell invece è stata prorogata la detenzione preventiva fino al 24 febbraio 2014.
Per tutti restano comunque in piedi sia le accuse di vandalismo sia quelle di pirateria, non ancora ufficialmente ritirate.  
"Accogliamo con gioia questa decisione che indirettamente riconosce che gli Arctic30 sono cittadini responsabili. Speriamo comunque che il sistema giudiziario russo riconosca presto la loro totale innocenza e ci permetta di riportarli a casa il più presto possibile. Ringraziamo sinceramente le nostre autorità consolari in Russia per l'enorme impegno e dedizione rivolti a questa vicenda" commenta la sorella di Cristian, Ivana.
"Nel giro di una sola giornata abbiamo avuto buone e cattive notizie, e le buone arrivano con molte incognite. Non sappiamo ancora a quali condizioni i nostri amici verranno rilasciati, se dovranno rimanere ai domiciliari o se potranno lasciare il Paese. Quello che sappiamo con certezza è che sono ancora accusati di un crimine che non hanno commesso e per il quale possono ancora essere condannati, rischiando anni dietro le sbarre. Rimaniamo sconcertati inoltre per il fatto che il nostro collega australiano dovrà rimanere in carcere. Gli Arctic30 non saranno liberi fino a quando anche l’ultimo di loro non sarà tornato a casa dalle proprie famiglie" commenta Giuseppe Onufrio, direttore Esecutivo di Greenpeace Italia. 

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Categorie: Ambiente

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