Grazie all’accordo tra l’Area Sviluppo, Promozione della Città e Tutela delle tradizioni e del Verde pubblico del Comune di Venezia e i Musei Civici, sono tornate a nuotare dopo le opportune cure due tartarughe Caretta caretta: Elena di circa 5 anni anni e Serenity di soltanto uno.
Baby Serenity è per questo un caso eccezionale: di tartarughe così piccole non ne erano mai arrivate, come testimoniano le cronache del Museo di Storia Naturale Giacomo Ligabue. In generale dei baby esemplari di testuggine non si conoscono le abitudini, persino nel frequentato e vissuto mare Adriatico, finché non raggiungono almeno i tre centimetri di lunghezza. Quest'anno ben 6 esemplari di un anno erano approdati al Lido, per poi essere trasferiti al centro di Riccione - eccetto Serenity - e da qui avviato uno studio, dal momento che questo straordinario avvistamento ha coinvolto tutta la costa adriatica.
Le due tartarughe sono state liberate in mare aperto da una barca della Protezione civile del Comune di Venezia, questa mattina, accompagnate dall'emozione di chi era agli Alberoni per permettere loro di tornare "a casa". Erano state prese in cura dall'Istituto Francesco Morosini del Lido, centro di primo soccorso per tartarughe marine. La struttura opera nell'ambito del progetto europeo “NetCet: rete per la tutela dei cetacei e delle tartarughe marine nell’Adriatico”, di cui il Comune di Venezia è coordinatore con il supporto tecnico del Museo di Storia Naturale, finanziato dal programma di cooperazione Transfrontaliera Ipa Adriatico.
Quello degli Alberoni è il primo e unico punto di raccolta degli esemplari vivi in difficoltà e di quelli rinvenuti sul litorale veneziano. Si tratta di un vero e proprio pronto soccorso, in grado di garantire una prima visita veterinaria e una ragionevole stabilizzazione delle condizioni di salute dell’animale, per permettergli di affrontare l’eventuale trasferimento in una struttura di recupero adeguata o direttamente la liberazione, come nel caso di Elena e Serenity.
Elena era stata trovata da una coppia a Sant'Erasmo, lo scorso 31 luglio: non riusciva ad immergersi nelle acque. Al centro l'ha portata la Polizia metropolitana. E' stata reidratata, sottoposta ad esami del sangue, radiografie e pulita dei Balani, restando immersa in acqua dolce. Anche Serenity, che ha preso il nome della barca che l'ha tratta in salvo, è stata sottoposta a una serie di esami, faticava a deglutire ed è stata pian piano svezzata. Da oggi sono entrambe di nuovo a casa, in mare.
Resta in convalescenza, al Centro Morosini, Giordana, arrivata qualche settimana fa, debilitata e con difficoltà respiratorie, ma in netto miglioramento.
Luca Mizzan, responsabile del Museo di Storia Naturale di Venezia:"La tartaruga marina, in particolare la Caretta caretta, la specie più comune nei nostri mari, ed è una specie protetta. Se viene trovata in spiaggia o non si muove stando in acqua, significa che l'animale si trova in difficoltà e va sempre segnalata alle autorità competenti, ovvero la Guardia Costiera. È fondamentale non toccare l'animale, non tentare di rimuovere oggetti estranei dal suo corpo, che sia plastica, parassiti o balani (cirripedi) perché ogni intervento improvvisato può causare ulteriori danni".
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Categorie: Ambiente
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