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PFAS nell’acqua potabile: Altroconsumo rileva TFA superiori ai limiti di legge nelle fontanelle

Pubblicato il: 25/06/2025
Autore: Redazione GreenCity
L’indagine di Altroconsumo individua la presenza del contaminante anche nell’acqua pubblica di Milano, Torino, Firenze e Sondrio. L’organizzazione ha lanciato una petizione per chiedere al Governo di sostenere la proposta dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di limitare l’uso dei PFAS e all’UE una messa al bando più ampia di queste sostanze a tutela della salute e dell’ambiente.

Altroconsumo ha analizzato le acque potabili pubbliche prelevate da fontanelle e case dell’acqua in alcune regioni del Centro e Nord Italia, per rilevare l’eventuale presenza di TFA (acido trifluoroacetico), una sostanza chimica che rientra nella categoria dei PFAS, noti anche come "inquinanti eterni”.

L’indagine ha interessato le dieci località nelle quali sono presenti le sorgenti di alcune delle acque minerali imbottigliate, già oggetto di test a maggio 2025 da parte di Altroconsumo, e quattro grandi città (Torino con doppio campionamento, Milano, Firenze, Sondrio). I prelievi sono stati effettuati tra fine marzo e inizio aprile 2025.

Il TFA è stato rilevato in tutti i 15 campioni analizzati, con concentrazioni comprese tra 274 e 920 nanogrammi per litro, simili a quelle osservate nelle acque in bottiglia. In quattro casi su 15, i valori superano la soglia di riferimento di 500 ng/l, prevista per i PFAS totali dal Decreto legislativo 18/2023. Il dato più alto è stato registrato a Torino, presso la casa dell’acqua in piazza Galimberti, mentre quello più basso a Milano, presso una fontanella pubblica in piazza Duca d’Aosta.

I campioni con i valori più elevati sono stati rilevati a Torino, casa dell’acqua in piazza Galimberti (920 ng/l), Firenze, Piazza della Repubblica (880 ng/l), Paesana (CN) (850 ng/l), Torino – fontanella di piazza Galimberti (840 ng/l), Luserna San Giovanni (TO) (590 ng/l) e Valdisotto (SO) (530 ng/l). A Torino, Altroconsumo ha effettuato un doppio prelievo che ha consentito di confrontare due fonti di acqua potabile pubblica: una fontanella e una casa dell’acqua. Il campione prelevato alla casa dell’acqua gestita da SMAT ha mostrato la concentrazione di TFA più alta tra tutti i campioni analizzati: 920 nanogrammi per litro. Nella stessa piazza, la fontanella ha registrato un valore leggermente più basso, pari a 840 ng/l. La differenza, seppur contenuta, è interessante. Considerando che le due fonti si trovano a pochi metri di distanza e che l’acqua proviene presumibilmente dallo stesso acquedotto, è possibile che il piccolo scarto nei valori sia legato al sistema di refrigerazione utilizzato dalla casa dell’acqua.

Campione - Comune

Valori TFA (ng/l)

Provincia

Regione

TORINO casa dell’acqua

920±300

Torino

Piemonte

FIRENZE Piazza della Repubblica

880±280

Firenze

Toscana

PAESANA

850±280

Cuneo

Piemonte

TORINO P.zza Galimberti

840±270

Torino

Piemonte

LUSERNA SAN GIOVANNI

590±190

Torino

Piemonte

VALDISOTTO

530±180

Sondrio

Lombardia

GALLIANO

480±160

Firenze

Toscana

BAGOLINO

470±150

Brescia

Lombardia

SONDRIO via Orobie

450±150

Sondrio

Lombardia

GRAGLIA

440±150

Biella

Piemonte

GARESSIO

370±120

Cuneo

Piemonte

RORA'

360±120

Torino

Piemonte

ORMEA

360±120

Cuneo

Piemonte

DARFO BOARIO TERME

287±95

Brescia

Lombardia

MILANO Piazza Duca d’Aosta

274±91

Milano

Lombardia

Confrontando questi dati con quelli relativi alle acque minerali, emerge un quadro omogeneo: in otto casi su dieci, le concentrazioni di TFA nelle acque pubbliche sono simili o lievemente inferiori rispetto a quelle riscontrate nelle acque in bottiglia dei medesimi territori.

Il TFA è un contaminante ambientale appartenente alla famiglia dei PFAS, sostanze note per la loro resistenza alla degradazione. Pur essendo ancora oggetto di studio per quanto riguarda gli effetti sulla salute, la sua diffusione crescente preoccupa comunità scientifica e istituzioni a livello internazionale.

La diffusione del TFA, rilevata sia nelle bottiglie sia nei rubinetti, conferma la pervasività di questa sostanza e la sua presenza costante nel ciclo idrico. Questo dato evidenzia la necessità di introdurre al più presto un limite normativo specifico per il TFA, per garantire una regolamentazione chiara e tutelare la qualità dell’acqua destinata al consumo umano. Altroconsumo ha chiesto al Parlamento, dove si sta discutendo il recepimento della nuova direttiva sulle acque destinate al consumo umano, che il TFA sia considerato come PFAS e che quindi valga per il TFA lo stesso limite di massimo 500 nanogrammi per litro (in attesa che EFSA ed ECHA definiscano questo limite).

Altroconsumo, da sempre impegnata nel controllo della qualità dei prodotti e dei servizi destinati ai cittadini, proseguirà il monitoraggio e continuerà a sollecitare interventi normativi chiari per una maggiore trasparenza e sicurezza nell’accesso all’acqua potabile. Per questo, l’organizzazione ha lanciato una petizione per chiedere al Governo di sostenere, come già fatto da Germania, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia e Danimarca, la proposta dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di limitare l’uso dei PFAS e all’UE una messa al bando più ampia di queste sostanze a tutela della salute e dell’ambiente.



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Categorie: Ambiente

Tag: Ambiente