In attesa di studiare l’applicazione dei criteri che ha portato alla stesura della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) a conservare i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività,
Greenpeace ribadisce di non condividere la strategia scelta dall’Italia, basata sull’unica ipotesi di dotarsi
di un solo Deposito Nazionale che ospiti a lungo termine i rifiuti di bassa attività e, “temporaneamente”, i rifiuti di media ed alta attività. Per l’organizzazione ambientalista, oltre a essere l’unico caso al mondo di gestione combinata dei rifiuti, tutto ciò ha implicazioni non secondarie: come la possibile decisione di “nuclearizzare” un nuovo sito vincolandolo a lungo termine alla presenza di rifiuti pericolosi.
Secondo Greenpeace sarebbe stato più logico verificare più scenari e varianti di realizzazione del Programma utilizzando i siti esistenti o parte di essi e applicare a queste opzioni una procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), in modo da evidenziare i pro e i contro delle diverse soluzioni.
Il Programma non può, come è ovvio, risolvere la questione definitivamente, ma di fatto propone una lunga transizione, stimabile nell’ordine di un secolo, in cui la parte minore
in volume dei rifiuti nucleari, ma fortemente maggioritaria della radioattività, è gestita “temporaneamente” in un Deposito unico che non può ospitarla definitivamente.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di GreenCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Notizie che potrebbero interessarti:
I consigli del WWF Italia per un Natale...
Copernicus: nel 2024 il buco dell'ozono...
Copernicus: le Americhe hanno registrato...
Cnr-Isp & Università Ca' Foscari Venezia:...
Bacino del Congo, WWF: scoperte 742 nuove specie
ENEA dimostra la tossicità delle nanoplastiche...