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Il 2019 anno nero per la qualità dell’aria in Italia

Pubblicato il: 24/01/2020
Autore: Redazione GreenCity
Emergenza smog sempre più cronica: ecco la foto scattata dal report Mal’aria di Legambiente sul nuovo anno e sull’ultimo decennio.
In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica e si ripresenta puntale ogni anno. A dimostralo i nuovi dati di Mal’aria, il report annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in città, che quest’anno scatta una triplice foto sul nuovo anno che si è aperto con città in codice rosso, sul 2019 e sul decennio che ci siamo lasciati alle spalle.
Nelle prime tre settimane del 2020 Frosinone e Milano (19), Padova, Torino e Treviso sono i centri urbani che hanno superato per 18 giorni i limiti di PM10. Male anche Napoli (16) e Roma (15).Un’emergenza smog che ha segnato anche il 2019, un anno nero sul fronte Mal’aria con 54 capoluoghi di provincia hanno superato il limite previsto per le polveri sottili (PM10) o per l’ozono (O3), stabiliti rispettivamente in 35 e 25 giorni nell’anno solare. In 26 dei 54 capoluoghi, il limite è stato superato per entrambi i parametri. Torino con 147 giorni (86 per il 10 e 61 per l’ozono) è la città che lo scorso anno ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge, seguita da Lodi con 135 (55 per PM10 e 80 per ozono) e Pavia con 130 (65 superamenti per entrambi gli inquinanti).
E anche il decennio 2010-2019 ci lascia in eredità un bilancio negativo con il 28% delle città monitorate da Legambiente che hanno superato i limiti giornalieri di PM10 tutti gli anni, 10 volte su 10.
Maglia nera a Torino, prima in classifica 7 volte su 10, con un totale di 1086 giorni di inquinamento in città.Un inquinamento che minaccia la salute dei cittadini e l’ambiente circostante che trova nel trasporto stradale una delle principali fonti di emissioni di inquinanti atmosferici nelle aree urbane, senza dimenticare le altre sorgenti come il riscaldamento domestico, l’industria e l’agricoltura. Settori sui quali occorre intervenire in maniera sinergica.
Per questo l’associazione ambientalista ha lanciato anche le sue proposte: tra le azioni principali il potenziamento del trasporto pubblico locale rendendolo efficiente, capillare, a zero emissioni e riducendo così il numero di mezzi circolanti in Italia, ripensare le città in una chiave sostenibile, rendere consapevoli le persone, attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione sulle pubblicità spesso ingannevoli legate al mercato delle auto, eliminare i sussidi alle fonti fossili – nel 2018 parliamo di 18,8 miliardi di euro – destinando quando previsto all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare del Paese, promuovere pratiche sostenibili in agricoltura.
“L’ormai cronica emergenza smog – dichiara Stefano Ciafani
Presidente nazionale di Legambiente da marzo 2018. Ingegnere ambientale, ha iniziato la sua storia in Legambiente nel 1998 grazie al servizio civile. Dal 2006 al 2011 è stato il responsabile scientifico dell'associazione, vicepresidente dal 2011 al 2015, direttore generale dal 2015 al 2018. È membro del Comitato scientifico di Ecomondo, la fiera di Rimini sullo sviluppo sostenibile, e dell’Osservatorio per l’analisi normativa dell’Arma dei Carabinieri. Ha fatto parte del Gruppo di lavoro Mafie e Ambiente degli Stati generali della lotta alla criminalità organizzata,  Ministero della Giustizia, nel 2017.  È stato consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti della XIV legislatura e membro del Comitato di indirizzo sulla gestione dei Raee presso il Ministero dell’ambiente. È stato membro del Comitato direttivo di Chimica Verde Bionet e del Comitato di indirizzo di RemTech, la fiera di Ferrara sulla bonifica dei siti contaminati. Autore di numerose pubblicazioni di Legambiente.">Stefano Ciafani
, presidente nazionale di Legambiente
– va affrontata in maniera efficace. Le deboli e sporadiche misure anti-smog, come il blocco del traffico adottato nei giorni scorsi a Roma e in diverse città della Penisola, sono solo interventi palliativi che permettono di contenere temporaneamente i danni sanitari, ma non producono effetti duraturi se non all’interno di interventi strutturali. È urgente mettere in campo politiche e azioni efficaci ed integrate a livello nazionale che riguardino tutte le fonti inquinanti, programmando interventi sia sulla mobilità urbana sempre più pubblica, condivisa, a zero emissioni e multi-modale, che sul riscaldamento domestico, la produzione di elettricità e quella industriale e l’agricoltura. Solo così si potrà aggredire davvero l’inquinamento atmosferico e affrontare in maniera concreta il tema della sfida climatica”.

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Categorie: Ambiente

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