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WWF: una petizione per salvare l'Amazzonia

Pubblicato il: 11/09/2019
Autore: Redazione GreenCity
Il 10% della biodiversità mondiale vive in Amazzonia e questo polmone offre cibo, acqua, medicine per tutto il pianeta.
Le spinte economiche stanno mandando in crisi quei sistemi naturali cruciali per il funzionamento della biosfera L’Amazzonia è un esempio lampante: gli incendi innescati per lo sfruttamento intensivo dei territori coperti dalle foreste tropicali stanno aumentando esponenzialmente il rischio di collasso ecologico di tutto il bacino. Dall’inizio dell’anno ad oggi la percentuale netta della superficie bruciata in Amazzonia è aumentata del 150% rispetto al trend degli ultimi 10 anni. Questo avrà ripercussioni non solo sull’ambiente e le economie locali, ma sull’intero pianeta riducendo la biodiversità globale, la risorsa idrica del pianeta, indebolendo la regolazione del clima e amplificando drammaticamente gli effetti nefasti del riscaldamento globale .  
I grandi sistemi naturali sono veri e propri ‘pistoni’ della biosfera:  i ghiacci polari, il permafrost, la circolazione marina degli oceani, il regime dei monsoni e l’Amazzonia stessa garantiscono la nostra sopravvivenza grazie alle funzioni vitali prodotte tra cui la regolazione del clima, l’assorbimento dei gas serra, il sequestro di carbonio, la formazione delle piogge,il raffreddamento della terra e degli oceani. 

Per questoil WWF ha deciso di promuovere una petizione rivolta al Governo italiano perché si faccia portavoce presso la Corte penale internazionale, di una richiesta a beneficio della comunità internazionale: inserire tra i crimini contro l’umanità anche la distruzione dei sistemi naturali cruciali per la sopravvivenza dell’intera società umana, al pari di genocidio, crimini di guerra e aggressione. 
"Ci rivolgiamo agli italiani come ‘cittadini del mondo’ capaci di far sentire la propria voce contro questo disastro che vede tra le cause principali azioni umane di rapina del suolo e di incapacità di gestione sostenibile. La Terra non può essere considerata un ‘oggetto legale non identificato’, ma un nostro diritto internazionale come bene collettivo di cui prenderci cura con la massima attenzione, una prospettiva ecologica che richiama anche l’enciclica ‘Laudato sì’ di Papa Francesco in cui esorta a preservare la nostra ‘casa comune’. Abbiamo inoltre il dovere morale di sostenere le comunità locali, veri custodi di questo patrimonio.  L’inferno di fuoco che sta vivendo l’Amazzonia può diventare quella ‘miccia’ emotiva per spingere le persone a combattere lo sfruttamento incontrollato, insostenibile e spesso illegale delle risorse naturali del pianeta”, ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia. 
La Corte penale internazionale, a cui il Governo italiano dovrebbe rivolgersi, è stata istituita proprio con lo Statuto di Roma nel 1998: la Corte  giudica i responsabili di crimini particolarmente gravi e che riguardano la comunità internazionale nel suo insieme come, ad esempio, il genocidio. La richiesta del WWF è quella di inserire nello Statuto della Corte anche i crimini ambientali, ai sensi dell’art.7 dello stesso Statuto. E’ infatti possibile da parte di uno Stato Parte modificare gli elementi costitutivi dei crimini e l’Italia è uno dei paesi protagonisti nell’istituzione stessa della Corte. 

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Categorie: Ambiente

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