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Il 2018 è l'anno più caldo per gli Oceani

Pubblicato il: 05/04/2019
Autore: Redazione GreenCity
La plastica, da sola, supera l'80% di tutti i rifiuti che si trovano negli oceani, con una quantità di rifiuti presente nei mari superiore a 8 milioni di tonnellate, dato confermato anche nel 2018.
L'anno più nero dell'oro blu. Da quando si è iniziata a misurare con regolarità la temperatura degli oceani, il 2018 è l'anno che ha segnato la temperatura più alta di sempre, con un incremento di circa un decimo di grado rispetto alla media sul lungo periodo e il rischio che il livello del mare possa alzarsi fino a 3 millimetri. 
La temperatura delle acque è un indice inequivocabile del progressivo surriscaldamento globale, ed è all'origine di effetti potenzialmente devastanti: dagli uragani al generale aumento di potenza del moto ondoso, fino al soffocamento delle creature marine. Più calore significa infatti, e prima di tutto, meno ossigeno.
La prospettiva è devastante: dal momento che gli oceani assorbono oltre il 90% del calore generato dalle attività umane, si stima che, se la quantità complessiva di calore assorbita negli ultimi 65 anni fosse rilasciata nell'atmosfera in un unico momento, la temperatura generale dell'aria raggiungerebbe all'improvviso i 33,3 °C.
Il quadro è reso ancora più critico dall'accumulo di inquinanti e rifiuti. In particolare la plastica, da sola, supera l'80% di tutti i rifiuti che si trovano negli oceani, con una quantità di rifiuti presente nei mari superiore a 8 milioni di tonnellate, dato confermato anche nel 2018. 
Gli oceani hanno un impatto decisivo anche sull'economia reale, tanto che, se l'Oceano fosse una Nazione, sarebbe la settima economia più grande al mondo. Il valore dell'economia degli oceani (blue economy) è infatti stimato tra 2,5 e 3 triliardi di USD, pari al 4%-5% del PIL dell'intero Pianeta. Se volessimo poi addirittura ipotizzare il valore della capitalizzazione degli oceani, per usare un'unità di misura tipica del mondo aziendale, la stima sfiorerebbe i 24 miliardi USD.
È proprio con la missione di proteggere il mare che lo scorso anno è nata, su volontà dello YCCS, One Ocean Foundation, presieduta dalla Principessa Zahra Aga Khan e della quale Riccardo Bonadeo è Vicepresidente, proponendosi di accelerare il necessario intervento sugli aspetti più critici che interessano l'oceano. Gli obiettivi: promuovere la "Blue Economy" e diffondere cultura e conoscenza dei mari con un raggio quanto più ampio e profondo a livello globale, unendo tra loro sport, imprese, associazioni e scienza. Un progetto che vuole connettere ricerca, aziende, istituzioni, policy maker e singoli individui che trovano nell'amore per il mare e nella protezione dell'ambiente un tratto identitario comune. 
"There is no Planet B. L'inquinamento delle acque derivante dalla plastica è un'emergenza che ci chiama ad agire adesso - sottolinea il Vicepresidente della One Ocean Foundation Riccardo Bonadeo - e la crescita di interesse che la Fondazione ha riscontrato in questo suo primo anno di vita è la testimonianza di come tutti stiamo divenendo sempre più consapevoli." 
Al Teatro Franco Parenti, questo impegno è stato assunto anche da tre virtuosi Comuni italiani: Arzachena, Asiago e Cortina d'Ampezzo. Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena, nel cui territorio è situato lo YCCS, Roberto Rigoni Stern, sindaco di Asiago e Gianpietro Ghedina, assente per importanti impegni istituzionali, hanno ufficializzato l'impegno per un mondo plastic-free. Per questo hanno sottoscritto la Charta Smeralda, progetto di sostenibilità ambientale di lungo termine ideato da YCCS: un documento innovativo, accessibile a tutti e unico nel suo genere. Chiunque, attraverso il sito www.1ocean.org, può sottoscriverlo e impegnarsi a osservare un codice di comportamento condiviso per la protezione dei mari. 
Nonostante l'attenzione al tema sia in continua crescita, la strada da percorrere resta lunga. Come lungo è il viaggio di Alex Bellini, Ambassador di One Ocean Foundation. Il suo progetto 10 Rivers 1 Ocean, presentato oggi, è iniziato a marzo dalle acque del Gange e si protrarrà fino al 2021. L'esploratore navigherà i 10 fiumi più inquinati dalla plastica. Obiettivo: portare a tutti il grido di aiuto dei grandi bacini idrici del mondo. 
Fondazione One Ocean vuole contribuire a questo viaggio partendo dai nostri fiumi, come illustrato dalle immagini del Po proiettate questa mattina da Jan Pachner, Segretario Generale di YCCS e One Ocean Foundation. Prosciugato da una siccità persistente a causa del cambiamento climatico, il principale corso d'acqua italiano restituisce al nostro sguardo una distesa di plastica sconcertante e soffocante. "Non dobbiamo andare lontano per vedere l'inquinamento, dobbiamo agire da subito a casa nostra. Lanciamo un appello a chiunque abbia a cuore questa causa – cittadini, associazioni ambientaliste, municipalità - per ripulire il fiume, ridonandogli la propria natura", ha rimarcato Pachner.



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Categorie: Ambiente

Tag: Ambiente

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