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Legambiente: rilanciare la bio-economia delle foreste

Pubblicato il: 21/11/2018
Autore: Redazione GreenCity
In Italia presenti 11,8 milioni di ettari di foreste: la sola filiera legno genera l’1,6% del Pil con 300mila persone occupate. Un patrimonio messo a dura prova da incendi, con una media 9200 ogni anno e quasi sempre dolosi, cambiamenti climatici e eventi estremi.
Le foreste italiane sono la più importante infrastruttura verde del Paese: interessano circa 11,8 milioni di ettari, pari al 39% del territorio nazionale, con una crescita costante (in media 800 mq di nuove foreste al minuto). La sola filiera legno genera l’1,6% del prodotto interno lordo, dando lavoro a circa 300mila persone escluso l’indotto. Una straordinaria ricchezza che è messa a dura prova non solo dall’assenza di una visione complessiva, dall’abbandono o da politiche di riforestazione sbagliate, ma anche e soprattutto dai circa 9200 incendi ogni anno, quasi sempre dolosi, che hanno danneggiato o distrutto più di 100mila ettari di territorio. O dai danni provocati da eventi meteorici o climatici estremi, come la tempesta “Vaia” che ha interessato le regioni italiane del nord-est alla fine dello scorso mese di ottobre e che secondo le prime stime ha provocato l’abbattimento di oltre otto milioni di metri cubi di legname, l’equivalente di quanto viene tagliato nell’arco di quattro anni.
Delineare una nuova strategia per le foreste italiane, condivisa tra i soggetti pubblici, imprese, operatori, istituzioni, enti di ricerca e stakeholder che riconosca il ruolo multifunzionale di queste verdi è l’obiettivo del primo forum nazionale “La bio-economia delle foreste”, promosso da Legambiente e tenutosi ieri a Roma presso il palazzo della WEGIL.
«Abbandono, politiche di riforestazione sbagliate e ritardi nella pianificazione e gestione forestale sostenibile ci restituiscono un patrimonio che oggi ha bisogno di un nuovo progetto culturale e politico, che metta al centro la montagna, le aree interne e le condizioni di vita di questi territori - dichiara Stefano Ciafani,presidente di Legambiente -.  Il ruolo delle nostre foreste deve tornare ad essere al centro dell’agenda politica del Paese, puntando su due elementi chiave: la tutela della biodiversità e le produzioni green. Vogliamo immaginare un vero e proprio progetto per le foreste d’Italia garantendone il ruolo sociale, economico e ambientale, coinvolgendo le comunità locali in una strategia di lungo periodo. Le foreste preservano la biodiversità, prevengono l’erosione del suolo, fungono da deposito naturale di carbonio, ostacolando il surriscaldamento globale, e costituiscono la base per nuove economie locali, sia per la loro funzione nell’ambito di una complessa filiera produttiva ed energetica del legno, sia per il loro uso in chiave turistica, ricreativa e culturale».
Per Legambiente occorre rispondere con urgenza ai fabbisogni dell’industria italiana di trasformazione dei prodotti legnosi che, pur essendo la prima in Europa, oggi arriva ad importare l’80% della materia prima di origine forestale. Siamo il primo importatore al mondo di legna da ardere, pellet e cippato con una spesa che si aggira intorno a 1 miliardo di euro all’anno, secondo i dati di Federlegno Arredo-ConLegno. Da sottolineare, inoltre, che fin dagli anni ‘70 le foreste migliori del nostro Paese sono oggetto di protezione, ed oggi il 27% delle foreste italiane sono soggette a regimi particolari di tutela (Parchi, riserve e aree della rete natura 2000).


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Categorie: Ambiente

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