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WWF: l'Italia destina ai suoi parchi nazionali solo 1,35 euro ad abitante

Pubblicato il: 17/09/2018
Autore: Redazione GreenCity
ll WWF chiede a governo e parlamento una revisione della legge sulle aree protette (la 394 del '91), per semplificare procedure farraginose e migliorare la governance in particolare delle riserve marine.
il WWF Italia ha presentato il "Check-up dei parchi Nazionali e delle Aree Marine Protette".
L'Italia, ogni anno, destina  ai suoi 23 parchi nazionali 81 milioni di euro: 1 euro e 35 centesimi ad abitante, l'equivalente di un cappuccino. A dimostrarlo è stata l'ndagine, a cui hanno partecipato tutti i 23 Parchi Nazionali attualmente operativi e 26 aree marine protette sulle 29 istituite, condotta con il metodo della Valutazione e Prioritizzazione Rapida della Gestione delle Aree Protette (RAPPAM), che offre ai gestori e ai decisori politici uno strumento per raggiungere l’obiettivo di una gestione più efficiente ed efficace dei Parchi Nazionali e delle Aree Marine Protette.
Dallo studio del WWF emerge che il lungo cammino cominciato con la legge quadro sulle aree protette (la 394/91) è ancora ben lontano dall’essere completato e frea le principali criticità ci sono gli strumenti di gestione, la carenza di personale qualificato e di risorse disponibili per progetti di conservazione.
I Parchi nazionali nono solo sono a corto di fondi, ma in carenzab anche di personale specializzato: nell'83% dei casi non hanno geologi e veterinari, nel 20% mancano di naturalisti. Più di metà dei parchi nazionali (15 su 23) non hanno nemmeno un presidente o direttore.
Solo nel 30% dei casi è stato approvato in via definitiva il Piano per il Parco, e meno del 10% degli enti di gestione si sono dotati di un Regolamento. Le spese per le attività di monitoraggio e per i progetti di conservazione risultano entrambe inferiori al 10% del budget per la quasi totalità dei Parchi. In 9 parchi sono inferiori al 5%.
Le 29 Aree marine protette, poi, coprono solo 700 km di costa, lo 0,8% del totale e ricevono solo 7 milioni di euro all'anno di fondi. Questa sitazione fa sì che la condizione delle specie e degli habitat in più del 50% delle Aree marine protette è uguale o peggiore rispetto all'esterno.
Quello dei parchi nazionali e delle aree marine protette è un sistema che fino ad oggi ha consentito di proteggere una parte fondamentale del nostro capitale naturale ma che ad oggi non riesce a decollare- ha affermato la presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi-. È necessario lavorare per affermare una regia generale in grado di coordinare e organizzare al meglio questo sistema che protegge porzioni essenziali del nostro capitale naturale".
“Le aree marine protette, poi, non possono continuare ad essere la 'serie B' delle aree protette: devono diventare dei parchi marini a tutti gli effetti con pari dignità e considerazione rispetto a quelli terrestri. A questo scopo chiediamo che già dalla prossima finanziaria si avvii una sperimentazione su un vero e proprio parco marino”, conclude Donatella Bianchi. 

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Categorie: Ambiente

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