Caro benzina: più di otto italiani su dieci preoccupati dall’aumento dei costi
Pubblicato il: 25/09/2023
Autore: Redazione GreenCity
Per risparmiare si scelgono self service e stazioni di rifornimento più economiche. Per gli italiani, Governo e compagnie petrolifere sono i principali responsabili dei rincari.
Mentre il Governo deve fronteggiare il tema dell’aumento di costi della benzina, con l’introduzione di un eventuale Bonus, il Centro Studi di AutoScout24, il principale portale di annunci auto in Italia e in Europa, ha realizzato per Pit Stop - Radio 1 Rai, una ricerca per indagare l’impatto del caro benzina sulle abitudini degli italiani.
Le auto si confermano un mezzo di trasporto fondamentale per la popolazione italiana, che dichiara di utilizzarle almeno 5 volte a settimana (quasi sette su dieci). Più della metà della popolazione italiana (il 53%) spende tra i 100 e i 300€ al mese per alimentare la propria auto, mentre il 14% supera la soglia dei 300€ mensili.
Sebbene la crescita dei costi dei carburanti sembri preoccupare ben l’82% degli intervistati, solo 1 quarto di questi ha già cambiato molto o poco le proprie abitudini quotidiane per andare a fronteggiare questo aumento.Il 36%, comunque, dichiara che è pronto a prendere provvedimenti qualora la situazione non dovesse stabilizzarsi. Il restante 40% non crede che questi aumenti influenzeranno le proprie abitudini.
Ma come stanno cambiando le abitudini degli italiani? Le azioni più diffuse per risparmiare sul costo della benzina comprendono una preferenza per i distributori self service rispetto ai serviti (72%), la scelta della stazione di rifornimento più economica (60%), guidare in una maniera più “soft” per ridurre i consumi (41%).
Infine, AutoScout24 ha sottoposto una domanda a tutti i suoi intervistati, per andare a indagare le loro opinioni riguardo le cause che stanno portando al tanto discusso aumento dei prezzi del carburante. Governo e compagnie petrolifere si attestano in cima alla classifica dei responsabili, rispettivamente con il 43% e il 37%. Ma c’è anche chi dà la colpa alla guerra e all’Unione europea, mentre le singole stazioni di rifornimento non vengono in alcun modo penalizzate da una situazione che sta evidentemente colpendo l’intero territorio italiano.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di GreenCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Notizie che potrebbero interessarti:
Aprés-Ski: il nuovo indirizzo cool è Summit...
Panettone milanese, ecco la mappa con oltre...
La terza edizione di Custodiscimi riparte in...
Nestlé e Illycaffè insieme per potenziare il...
Debutta Tessa, il nuovo software per la...
Capodanno in Val Gardena