I ricercatori
ENEA hanno messo a punto un trattamento innovativo e a basso costo in grado di
garantire qualità e
sicurezza di
prodotti alimentari come i
succhi di frutta. Sviluppato grazie ai fondi del
5 per Mille alla ricerca scientifica, il nuovo metodo
è stato pubblicato sulla rivista internazionale
open access “
Foods” (MDPI).
A base del nuovo trattamento l’olio essenziale di origano, noto per i suoi effetti antimicrobici contro diversi batteri, in particolare
Escherichia coli.“La contaminazione di cibi e bevande da parte di batteri patogeni rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica a livello globale. Ci siamo concentrati su
Escherichia coli, una delle principali specie del normale microbiota intestinale dell’uomo, che comprende anche ceppi patogeni e alteranti associati a succhi di frutta non pastorizzati”, spiega
Annamaria Bevivino, responsabile del Laboratorio di ENEA Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari, che ha studiato l’innovativo trattamento.
Dalla sperimentazione condotta su succhi di frutta a base di albicocca, pesca e mela, opportunamente inoculati con un ceppo di riferimento di
E. coli, è emerso che l’
azione sinergica di calore a 65 ° C e dell’
olio essenziale di origano (
Origanum vulgare) può rappresentare un’alternativa antimicrobica promettente per migliorare la sicurezza dei succhi di frutta, perché in grado di abbattere drasticamente la carica batterica, mantenendo inalterate le proprietà organolettiche e nutritive dei succhi spremuti a freddo.
“L’efficacia dell’olio essenziale di origano risiede nel suo carattere di idrofobicità che gli consente di penetrare nella membrana cellulare del batterio patogeno, compromettendone la funzionalità. Questa azione può essere migliorata e resa ancora più efficace grazie all’applicazione combinata di un trattamento termico blando”, aggiunge Bevivino.
Gli attuali processi industriali di pastorizzazione e di confezionamento asettico
consentono la stabilizzazione e la conservazione del succo di frutta a temperatura ambiente; tuttavia,
l’intensità del trattamento termico può influire in modo negativo sulle caratteristiche nutrizionali del prodotto finale. Esistono anche altre tipologie di processi che, nella maggior parte dei casi, richiedono tecnologie all’avanguardia e investimenti elevati che le piccole e medie imprese non possono sostenere.
“Il trattamento che abbiamo messo a punto all’ENEA potrebbe rappresentare una soluzione sicura, efficace e anche a basso costo per l’industria alimentare, recuperando sottoprodotti come antimicrobici naturali e riducendo i consumi di energia termica associati al trattamento di pastorizzazione”,
sottolinea la ricercatrice ENEA.
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