Quando il cane diventa anziano, ecco cosa bisogna sapere
Pubblicato il: 26/11/2021
Autore: Redazione GreenCity
Da MYLAV, laboratorio nazionale di analisi veterinarie, un’utile guida con alcuni consigli e suggerimenti pratici quando il proprio amico a quattro zampe inizia a non essere più tanto giovane.
Quando un cane diventa anziano? Purtroppo non c'è una risposta univoca a questa domanda, perché dipende da molti fattori, come la razza o le dimensioni del cane. In linea di massima però, come suggerisce MYLAV – laboratorio di analisi veterinarie privato con un’esperienza ventennale a servizio di medici veterinari, liberi professionisti, di tutta Italia – e generalizzando un po', si può considerare un cane maturo dopo i 7 anni di età e anziano dopo gli 11, quando cominciano a cambiare i suoi fabbisogni alimentari e di movimento. Tuttavia, il limite dei 7 anni è da considerarsi molto indicativo. Generalmente, i cani di taglia piccola (come ad esempio Yorkshire Terrier, Maltesi, Pinscher nani e Chihuahua) hanno aspettative di vita maggiori rispetto a quelli di taglia gigante (come Alani, San Bernardo, Mastini Napoletani e Terranova). Se i cani di taglia grande difficilmente superano i 12-13 anni, le razze "toy" possono arrivare facilmente anche a 15-17 anni di vita.
“Dal punto di vista medico veterinario quello che conta non è tanto l’età anagrafica, quanto la condizione generale del cane che si sta osservando o visitando - spiegano gli esperti di MYLAV - Ci possono essere cani di undici anni assolutamente in forma e soggetti della stessa età con importanti evidenze di senescenza, più o meno accompagnate da sintomatologie. È quindi solo sulla base dello stato di salute del singolo individuo che si decide se fare indagini di approfondimento o intraprendere un certo percorso medico o chirurgico o, anche solo, suggerire un cambio dello stile di vita o di alimentazione per il singolo soggetto”.
Quali sono le principali malattie del cane anziano? Tra le principali malattie del cane anziano è possibile evidenziare le patologie croniche osteo-articolari (fenomeni artrosici) fortemente compromettenti per la dolorabilità e le insufficienze o disfunzioni di organi che interessano in prima battuta cuore, reni e fegato. Queste disfunzioni possono celarsi nelle fasi iniziali, se non ricercate con check-up periodici programmati, e manifestarsi inizialmente con sintomi molto variabili e generici, quali abbattimento o diminuzione dell’appetito, ma anche più specifici come difficoltà respiratoria, aumento di volume dell'addome, tosse, aumento della frequenza e quantità di urine emesse oppure letargia, ittero e diarrea. Vi sono poi malattie endocrine come il morbo di Cushing ed il diabete mellito.
“La diagnosi di queste malattie richiede indagini specifiche, soprattutto dosaggi ormonali, ma si possono approntare spesso delle terapie efficaci che riescono ad allungare la vita all’animale” proseguono da MYLAV. Nei cani anziani, la principale causa di decesso è legata alle malattie oncologiche che possono colpire qualsiasi organo ed apparato. Sono, ad esempio, molto comuni i carcinomi della mammella, i linfomi, le neoplasie testicolari, il mastocitoma ed i sarcomi dei tessuti molli. Analizzando i dati in funzione di diversi fattori di rischio individuali (razza, sesso, età), si può osservare che, tendenzialmente, nei cani di razza pura si registrano tassi di incidenza superiori rispetto ai cani meticci, sia per quanto riguarda le neoplasie benigne sia per le maligne.
Prendendo in considerazione le singole razze tramite il calcolo del Standardized Morbidity Ratio (SMR), inteso come il rischio relativo di una razza rispetto alla popolazione media di sviluppare una neoplasia, si evidenzia che alcune razze possano avere un rischio nettamente superiore di sviluppare una neoplasia, come, ad esempio, i boxer (SMR=4), gli schnauzer (SMR=3,6), i dobermann (SMR=2,6). Al contrario, razze come il setter inglese e l’epagneul bretone sembrano evidenziare rischi inferiori rispetto alla media della popolazione (SMR = 1).
Prendendo in considerazione la variabile sesso, si osserva un tasso di incidenza superiore nelle femmine rispetto ai maschi. Questo dato è spiegabile dall’elevata incidenza di neoplasie mammarie, che rappresentano circa il 50% di tutte le neoplasie diagnosticate nei cani di sesso femminile. Analizzando i tassi di incidenza in funzione dell’età del paziente al momento della diagnosi, si può osservare un aumento del rischio già a 4 anni di età, raggiungendo il picco di incidenza tra i 10-12 anni.
La patologia oncologica assume quindi particolare rilevanza nel paziente adulto-anziano. “Come per l'oncologia umana, anche negli animali la possibilità di intervenire su queste patologie è basata su una diagnosi precoce senza la quale diventa sempre più complesso trovare soluzioni. Per questo motivo, quando il cane inizia ad avvicinarsi alla vecchiaia, è fondamentale ridurre i tempi tra una visita veterinaria e l’altra per essere sicuri di prendere sul nascere eventuali malattie. Solo con la prevenzione, infatti, è possibile salvaguardare la salute dei nostri amici a quattro zampe, per scongiurare loro eventuali malattie e sofferenze, per farli rimanere con noi il più possibile” concludono gli esperti.
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