Sono due le
giovani panda rosso arrivate in Italia per formare due nuove famiglie, avere dei piccoli e offrire una speranza in più ad una specie che, secondo i dati del
Red Panda Network, negli ultimi 20 anni
ha visto scomparire il 50% dei propri esemplari. Ad attenderle
al Parco Natura Viva di Bussolengo c’erano Nyi-Ma e Maituk, due maschi ormai adulti che abitano gli abeti dei propri reparti già da alcuni anni: se Tia ha raggiunto il nostro Paese da Monaco alla fine dell’estate, Tango è atterrata a Venezia con un volo da Belfast il 17 settembre scorso.
“Entrambi i primi incontri sono andati bene”,
spiega Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del Parco Natura Viva. “La prima coppia ha ormai già regolato i propri equilibri, sui quali incide molto il carattere deciso di Tia; la seconda invece si sta formando in questi giorni anche se Tango, sin da quando è uscita dal proprio trasportino, ha dimostrato di avere un carattere estroverso e molto curioso”.
Il Parco Natura Viva è stata la prima struttura d’Italia ad ospitare quella che viene chiamata anche
“volpe di fuoco” (dalla quale il nome e il simbolo del famoso browser) ed è una delle poche strutture d’Europa ad avere affidate ben due coppie. “In quasi trent’anni di gestione di questa specie così delicata - prosegue Sandri - abbiamo avuto la possibilità di veder nascere 20 piccoli, che poi hanno intrapreso le proprie strade nelle strutture europee. Si tratta di una specie per la quale non è ancora possibile sviluppare progetti di reintroduzione intercontinentali, complice anche il progressivo peggioramento delle condizioni di minaccia che si registrano nel suo ambiente naturale”.
Arboricolo ed esigente dal punto di vista dell’alimentazione, il panda rosso - che si nutre quasi esclusivamente di bambù - vede scomparire gradualmente la propria casa e il proprio cibo per effetto della deforestazione: l’abbattimento delle foreste centro-asiatiche e la frammentazione del territorio impediscono a questi esemplari di incontrarsi e riprodursi. “È vitale - conclude Sandri - che questa specie abbia la possibilità di conservare il proprio patrimonio genetico proliferando in ambiente controllato, perché il suo declino in natura possa non comprometterne l’esistenza sul Pianeta”.
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