Il Parlamento Europeo si è espresso con un voto favorevole sul
CETA, controverso accordo di libero scambio tra Ue e Canada. Secondo
Greenpeace questa decisione pone il Parlamento europeo dalla parte sbagliata della storia.
«Nonostante il voto odierno, la ratifica del CETA da parte di tutti i Parlamenti nazionali e regionali degli Stati membri resta alquanto improbabile, la richiesta al Parlamento italiano è di votare un chiaro no a questo pericoloso accordo», commenta
Federica Ferrario di Greenpeace Italia. «Non possiamo però non registrare lo scollamento tra i deputati europei e le preoccupazioni delle persone per la protezione degli standard di vita, salute e ambiente. Questo è un altro duro colpo per l'Unione europea, proprio quando sono più necessari principi come solidarietà e cooperazione».
Secondo l’organizzazione ambientalista "i politici europei – soprattutto chi si definisce progressista - dovrebbero porsi come priorità l’interesse pubblico e la giustizia, anziché privilegiare gli interessi privati delle multinazionali, e ascoltare i milioni di persone che su entrambe le sponde dell’Atlantico protestano contro la diminuzione dei diritti sociali e ambientali".
Il voto favorevole del Parlamento europeo al CETA entrerà presumibilmente
in contrasto con l’opinione dei singoli parlamenti nazionali e regionali europei chiamati ad esprimersi a loro volta nei prossimi mesi su questo accordo. Il Belgio, inoltre, sta valutando di chiedere alla Corte di giustizia europea di pronunciarsi sulla legittimità di un controverso sistema di tutela degli investimenti - conosciuto come
Investment Court System (ICS) - che grazie al CETA permetterebbe alle multinazionali di citare in giudizio i singoli Stati, ma non consentirebbe il contrario. Se l’ICS non dovesse passare l’esame di legittimità della Corte di giustizia europea, l’applicazione del CETA si bloccherebbe.
Stamane molte persone a Strasburgo hanno manifestato per denunciare che il CETA consentirà alle multinazionali il potere di citare in giudizio i governi
e minacciare le norme che proteggono l’ambiente, la salute pubblica e i diritti sociali. Attivisti di Greenpeace hanno simbolicamente mantenuto a galla una statua raffigurante la Giustizia, evitandone l’affondamento nelle acque che circondano il Parlamento Europeo a Strasburgo, per denunciare la pericolosità del CETA e hanno aperto striscioni con la scritta
“Affondate il CETA, non la Giustizia”.
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