“Il rinvio deciso in Conferenza Stato Regioni per l'adozione del Piano per la conservazione e gestione del lupo non aiuta ne tutela questa specie e ancor meno risponde alle difficoltà degli allevatori delle aree interne; ma soprattutto non è stata stralciata l'unica azione ampiamente contestata: la deroga sugli abbattimenti. Per un'efficace tutela e conservazione di questa specie, è invece quanto mai urgente dare il via libera in tempi rapidi al Piano d’azione, eliminando la deroga sugli abbattimenti e approvando tutta la parte restante del Piano che consideriamo utile e in linea con molte delle azioni promosse dai parchi e contenute nella Carta di Sulmona. È urgentissimo garantire risorse adeguate per realizzare tutte le misure previste a supporto degli allevatori e finalizzate alla difesa attiva di mandrie e greggi e per portare avanti politiche attive di contrasto del randagismo canino”, questo il commento
della presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni. Nonostante questa specie sia tornata a ripopolare le Alpi e gli Appennini, grazie alle azioni di tutela portate avanti dagli anni ’70 ad oggi, in primis dai Parchi e dai tanti progetti Life di successo realizzati in Italia, e grazie a numerose condizioni favorevoli createsi nelle aree interne che hanno consentito la ripresa e la diffusione della specie, il lupo è ancora vittima di bracconaggio e uccisioni illegali a causa dei conflitti con allevatori e cacciatori, stimate dallo stesso Piano
in 250 - 300 animali uccisi all'anno. Nel quadriennio 2013-2016, è stata documentata la morte di 137 esemplari per cause antropiche, di questi ben 54 per bracconaggio (31 per arma da fuoco, 9 per laccio e 14 per avvelenamento). Per Legambiente sul lupo si gioca una sfida che va oltre la specie, per questo è assurdo inserire tra le azioni prioritarie da realizzare nei cinque anni del Piano lupo la deroga per gli abbattimenti.
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