Russia: Cristian resta in carcere

Sino ad oggi, quasi 1 milione e 400 mila persone in tutto il mondo hanno firmato l'appello di Greenpeace per chiedere alle autorità russe il rilascio dei 28 attivisti e dei 2 giornalisti freelance tenuti in custodia cautelare in Russia.

Autore: Redazione GreenCity

La corte di Murmansk ha respinto il ricorso di Cristian D'Alessandro contro l'arresto per pirateria. Le autorità russe hanno rigettato la richiesta di scarcerazione dietro cauzione avanzata dagli avvocati. Cristian dunque resterà in carcere con l'accusa di pirateria.
L'equipaggio dell'Arctic Sunrise, gli attivisti e i due giornalisti freelance a bordo della nave sono nelle mani delle autorità russe dallo scorso 19 settembre, quando la Guardia Costiera ha abbordato e sequestrato la rompighiaccio di Greenpeace in acque internazionali, contravvendendo alle convenzioni internazionali che regolano la navigazione. 
Così come avvenuto oggi per Cristian, nei giorni scorsi è stato respinto il ricorso anche per gli altri membri dell'equipaggio dell'Arctic Sunrisre il cui appello è già stato esaminato. Rimane per tutti l’accusa di pirateria, secondo l'articolo 227 del Codice penale russo, secondo cui gli attivisti di Greenpeace rischiano addirittura fino a 15 anni di carcere. 
Dal 24 settembre sono detenuti in strutture di detenzione preventiva intorno alla città di Murmansk e Greenpeace accusa che non sempre è assicurato loro spazio a sufficienza, riscaldamento o accesso all’acqua potabile.



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