Liguria, ENEA: dagli scarti della molluschicoltura nuovi “reef” per rigenerare il mare

Questa specifica attività si inserisce tra quelle svolte da ENEA nell’ambito di “Smart Bay S. Teresa” che persegue la conoscenza, la conservazione e l’utilizzo degli ecosistemi calcificanti, la valorizzazione degli scarti dell’acquacoltura e la realizzazione di interventi di rigenerazione dell’ambiente e delle aree portuali per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Autore: Redazione Greencity

ENEA sta sviluppando dei prototipi di “reef” realizzati con scarti della molluschicoltura, come gusci di mitili e fibre naturali, per favorire il ripopolamento dell’ostrica piatta nel golfo della Spezia. Si tratta di un mollusco nativo dal grande potenziale filtratore, utile per la rigenerazione di ambienti marini e per altri servizi ecosistemici (regolazione del clima, supporto alla biodiversità, approvvigionamento di cibo), con conseguenti benefici culturali e socio-economici. L’attività è condotta dall’ENEA in collaborazione con la Cooperativa di Mitilicoltori Associati e realizzata nell’ambito del progetto PNRR RAISE sulla base dei principi della rete Native Oyster Network, organo consultivo del progetto, attivo in Irlanda e Regno Unito.
L’Ostrea edulis è una specie di ostrica nativa dell’Europa, distribuita dalla superficie a qualche metro di profondità, che si aggrega lungo la costa in gruppi di individui formando delle strutture tridimensionali, i cosiddetti reefs o beds, veri e propri letti naturali, in grado di fornire habitat, rifugio e sostentamento a molte altre specie, alcune anche di valore commerciale. Per questo i reef a ostriche, agendo sulla funzionalità e produttività degli ecosistemi costieri aumentano la biodiversità e inoltre, grazie alla loro capacità filtrante, favoriscono la pulizia dell’acqua. Non ultimo, questa specie di ostrica rappresenta un’importante fonte di cibo e la sua coltivazione, come quella di altri molluschi bivalvi, è una delle attività più sostenibili del mare.
La presenza e l'importanza dell’ostrica piatta nel Golfo della Spezia è stata segnalata già alla fine del 1800, quando vennero avviati degli studi per il suo ripopolamento a fini commerciali, ma nel corso del tempo gli impatti antropici quali lo sviluppo delle attività costiere, l’ingrandimento del porto militare e commerciale e il cambiamento climatico, hanno profondamente alterato le condizioni dell’area, con gravi conseguenze su alcune specie marine, come l’Ostrea edulis che è andata progressivamente riducendosi.
“Nei processi rigenerativi, gli ecosistemi marini sono centrali per il ruolo che svolgono sia come erogatori di servizi - quali il sequestro del carbonio, la disponibilità di risorse alimentari, la promozione della biodiversità, il miglioramento del paesaggio - sia nell’adattamento e mitigazione degli impatti del cambiamento climatico”, spiega Chiara Lombardi del laboratorio Biodiversità e servizi ecosistemici dell’ENEA. “Inoltre in base ai principi di economia rigenerativa le soluzioni basate sulla natura, fondamentali per una crescita economica sostenibile anche in ambiente marino e per il sostegno all’economia blu, rendono i sistemi economici vitali e salutari, in linea con gli obiettivi del PNRR”.
Nell’ambito delle attività e in collaborazione con il Comune di Lerici, LifeGate e Scuola di Mare, verrà realizzata un’area/laboratorio hi-tech per il ripristino ambientale dotata di sistemi ad alta risoluzione destinati al monitoraggio degli ecosistemi presenti nel Golfo. L’iniziativa è finanziata anche nell’ambito di due altri progetti PNRR dedicati al rafforzamento delle infrastrutture osservative nel Golfo della Spezia che coinvolgono ENEA e gli altri enti di ricerca partner di Smart Bay S. Teresa.

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