Il Kenya aderisce alla Elephant Protection Initiative per sconfiggere la piaga dei bracconieri

Negli ultimi tre anni oltre 100.000 esemplari di elefanti sono stati uccisi per rifornire di avorio i mercati neri asiatici, in particolare quello cinese.

Autore: Redazione GreenCity

Il Kenya ha aderito alla Elephant Protection Initiative (EPI), il programma africano volto a sradicare il commercio di avorio e a fermare il continuo massacro di elefanti del continente da parte dei bracconieri. L’impegno è stato preso dal Presidente Kenyatta nel corso di una cerimonia al Parlamento di Nairobi alla presenza del Ministro dell’Ambiente e delle Risorse Naturali per l’associazione benefica kenyota Space for Giants.
È solo uno di una serie di impegni assunti dal Presidente, che ha aderito al “Giants Club”, la nuova iniziativa africana governativa di protezione avviata da Space for Giants.
L’EPI è stata lanciata dai leader di Botswana, Ciad, Etiopia, Gabon e Tanzania, in occasione della London Conference Illegal Wildlife Trade nel febbraio del 2014, con il supporto del Governo britannico e dell’associazione no profit Stop Ivory, attiva nel Regno Unito.
Il 3 marzo, il presidente Kenyatta ha promesso di mettere fuori commercio tutta la riserva di avorio del Kenya, bruciandola prima della fine di quest'anno.
Negli ultimi tre anni oltre 100.000 esemplari di elefanti sono stati uccisi per rifornire di avorio i mercati neri asiatici, in particolare quello cinese. I proventi di questo commercio illegale sono stati utilizzati per finanziare attività criminali, conflitti armati e terrorismo. Gli ambientalisti in prima linea sono stati feriti e uccisi a centinaia. Al momento, se non si interviene in modo sostanziale, le specie sono destinate all’estinzione entro pochi decenni.

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