Lo sterco diventa energia: elettrica e termica

L'azienda agricola di Castelbosco, in provincia di Piacenza, è dedicata alla produzione di latte in particolare per il Grana Padano e ospita 2.500 bovini di razza selezionata che producono ogni giorno 300 quintali circa di latte e 1.000 di sterco.

Autore: Redazione GreenCity

Il biogas continua a essere una tecnologia in evoluzione che permette di ottenere, per le realtà che lo valorizzano, vantaggi sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale.
La pensa così anche Gianantonio Locatelli che attraverso la tecnologia di AB, azienda del settore biogas e cogenerazione, utilizza i rifiuti organici del suo allevamento di bovini per produrre energia elettrica e termica per la sua azienda agricola.
Ma la valorizzazione che Locatelli fa dello sterco dei suoi 2.500 bovini, che producono ogni giorno 300 quintali di latte e 1.000 di reflui, non si è fermata alla tecnologia di AB. 
Dallo sterco, oltre a ricavare metano per l'impianto biogas, ottiene infatti concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni. E lo fa con sistemi di nuova concezione che oltre a ridurre l'inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, seguono un principio che ridisegna il ciclo della natura in un circolo virtuoso. 
A Castelbosco è stato inoltre inaugurato poche settimane fa il "Museo della Merda" dove l'arte contemporanea è protagonista sia all'interno del pianoterra del castello tardomedievale sia all'esterno dell'edificio ovvero nei luoghi produttivi dell'azienda.
Locatelli ha coinvolto David Tremlett e Anne et Patrick Poirier gli artisti che principalmente hanno contribuito a rivoluzionare l'aspetto dell'azienda che in parallelo all'arte vive di innovazione, ricerca e sperimentazione. Le composizioni colorate di Tremlett sono disseminate sui muri di molti edifici, delle stalle e dei digestori degli impianti di biogas AB mentre Anne et Patrick Poirier hanno armonizzato gli spazi verdi, in un dialogo continuo tra paesaggio e architettura, progettando inoltre una grande "aiuola" a forma di foglia di mais al cui interno sono state seminate varie tipologie di graminacee.
Nelle sale del castello il" Museo della Merda" ospita anche alcune opere della collezione privata di Gianantonio Locatelli  che saranno allestite a rotazione, ennesimo richiamo alle idee di metamorfosi e ciclicità proprie della sua visione aziendale e culturale. Opere che , non solo metaforicamente,  sono connesse al "riciclo" e in parte anche all'agricoltura, all'allevamento, alla lavorazione dello sterco e alla produzione energetica.

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