Greenpeace: un video contro Shell nellArtico

Un movimento di persone da tutto il mondo si oppone ai piani di Shell. Solo una settimana fa, centinaia di attivisti in kayak hanno manifestato a Seattle – porto di partenza della piattaforma Polar Pioneer, di proprietà di Transocean (la stessa della Deepwater Horizon) e noleggiata da Shell per le trivellazioni in Alaska – e molte altre proteste sono previste nei prossimi mesi.

Autore: Redazione GreenCity

La campagna Save The Arctic di Greenpeace lancia “A Song of Oil, Ice and Fire”, un video che denuncia i piani di trivellazione di Shell nell’Artico.
Nel video tre repliche di famose opere d'arte sono date alle fiamme e, bruciando, vengono sostituite da tre nuove versioni realizzate dai famosi artisti britannici KennardPhillipps: il paesaggio viene trasformato dalle trivellazioni di Shell e devastato da esplosioni e fuoriuscite di petrolio.Le tre opere d’arte replicate e trasformate sono “Pearblossom Highway” di David Hockney, “Christina’s World” di Andrew Wyeth e “An Arctic Summer: Boring Through the Pack in Melville Bay” di William Bradford.

            

«Se entro sei settimane Shell dovesse iniziare le ricerche di petrolio nell’Artico, potrebbe devastare questo posto unico, i suoi paesaggi meravigliosi e la sua incredibile fauna», afferma Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. «È dimostrato che non si può trivellare in modo sicuro nell’Artico: la questione non è se si verificherà uno sversamento di petrolio, ma quando accadrà».
A marzo il Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti ha annunciato un primo via libera alle concessioni petrolifere nell’Artico. Una volta acquisiti i permessi definitivi, Shell prevede di avviare le perforazioni esplorative nel Mare Artico, vicino all’Alaska, entro il prossimo luglio.



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