Eternit, accolta la richiesta del procuratore generale: il reato è prescritto

Legambiente: “Ingiustizia è fatta. Questa vicenda conferma, semmai ce ne fosse bisogno, l’urgenza di inserire immediatamente i reati ambientali nel codice penale”.

Autore: Redazione GreenCity

“Rimaniamo sbigottiti e scandalizzati di fronte alla sentenza appena emessa dalla Corte di Cassazione. Di amianto si continua a morire e non va certo in prescrizione il dolore di chi continua a soffrire per la fibra killer. Questa sentenza doveva essere esemplare e di traino per la messa al bando dell’amianto a livello internazionale e invece si trasforma in una beffa per chi è stato esposto e per chi continua ad esserlo nei paesi in cui Eternit Spa ancora fa affari e continua ad estrarre e lavorare amianto”.
E’ questo il duro commento del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza alla notizia della sentenza di Cassazione sul processo Eternit.
Ieri infatti, il presidente della prima sezione penale della corte di Cassazione Arturo Cortese ha accolto la richiesta del procuratore generale Francesco Iacovello che chiedeva la cancellazione della condanna a 18 anni in secondo grado per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny per disastro ambientale, in quanto la prescrizione è maturata al termine del primo grado, cioè il 13 febbraio 2012. Sfuma di conseguenza anche la possibilità per i familiari delle vittime e per le comunità locali di ottenere i risarcimenti . 
“Vogliamo esprimere la massima solidarietà alle famiglie colpite da questo dramma – ha continuato Cogliati Dezza-. Ci lascia sgomenti l'idea che vengano considerati prescritti reati legati a delitti che ancora oggi continuano a mietere vittime. Eppure succede lo stesso anche per tutti i più gravi reati ambientali che ancora oggi sono di natura contravvenzionale e quindi considerati meno gravi del furto di una mela al supermercato. E questo continuerà a succedere fino a che il disegno di legge sui delitti contro l'ambiente nel codice penale, votato a larghissima maggioranza alla Camera nel febbraio scorso e ancora fermo nelle Commissioni ambiente e giustizia del Senato, non arriverà ad approvazione definitiva. I senatori diano un segnale di discontinuità votando i tempi brevi quel ddl, dopo questa ennesima vergognosa sentenza".

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