L’alleanza europea per salvare api e agricoltura - formata da
oltre 50 associazioni - si è fatta sentire oggi alle assemblee generali di
Syngenta e Bayer per chiedere alle due società agrochimiche di ammettere le proprie responsabilità nel declino globale delle api e di non contrastare i divieti imposti a livello europeo contro gli insetticidi neonicotinoidi che le danneggiano.
Rappresentanti dell'Alleanza hanno preso parte a entrambe le assemblee per chiedere conto direttamente ai presidenti delle due aziende dell’attuale crisi
degli impollinatori e dell’agricoltura, mentre apicoltori e attivisti di Greenpeace hanno accolto gli azionisti distribuendo loro materiale informativo.
"È vergognoso come Syngenta, Bayer e BASF stiano cercando di convincerci che il declino delle api è causato da Varroa, malnutrizione o qualsiasi altro fattore al di fuori delle loro responsabilità. Nel frattempo, continuano a vendere pesticidi killer delle api e ad attaccare le disposizioni comunitarie a tutela degli impollinatori. Questo è un atteggiamento ipocrita, egoista e miope. È il momento di passare dalle attuali pratiche agricole intensive e dipendenti dalla chimica a sistemi compatibili con la biodiversità e l’apicoltura" ha dichiarato
Francesco Panella, presidente di BeeLife, il coordinamento apistico europeo, intervenendo all’assemblea della Syngenta.
"Le aziende agrochimiche stanno disperatamente lottando contro i divieti temporanei adottati in Europa contro i pesticidi killer delle api. Queste aziende rappresentano un modello agricolo fallimentare, dipendente dalla chimica e legato alle monocolture, che conduce alla perdita di biodiversità e di funzioni essenziali come l’impollinazione. Chiediamo a Bayer, Syngenta e BASF di ritirare il ricorso presentato contro i divieti imposti dalla Commissione europea e di ripensare il loro modello di agri-business che causa danni inaccettabili alle api e all‘ambiente" ha affermato
Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.
La campagna di Greenpeace per salvare le api:
http://salviamoleapi.org.