Greenpeace: in tutta italia attivisti chiedono a case di moda vestiti liberi da sostanze tossiche

Sono venti le aziende che finora si sono impegnate con Greenpeace ad azzerare gli scarichi di sostanze chimiche pericolose entro il 2020.

Autore: Redazione GreenCity

Prosegue la campagna di Greenpeace per chiedere ai marchi dell’Alta Moda di produrre vestiti senza sostanze chimiche pericolose.
Ieri in 14 città d’Italia i volontari dell’organizzazione ambientalista hanno manifestato davanti alle vetrine dei negozi di Versace, Dolce&Gabbana e Louis Vuitton. Lo hanno fatto vestiti da Re e cortigiani per svelare all’opinione pubblica che “Il Re è nudo” e che l’Alta moda nasconde un incubo tossico dietro i proclami di esclusività dei propri vestiti.
La mobilitazione principale è partita da Roma, dove tre volontari vestiti da imperatore, banditore e cortigiano hanno proclamato un editto che bandisce le sostanze tossiche dai vestiti dei marchi d’Alta Moda. Gli attivisti hanno consegnato una lettera agli store manager di ciascun negozio, nella quale si dettagliano le richieste di adesione all’impegno “Detox”.
A Venezia i volontari hanno proseguito l’azione unendosi alla parata del Carnevale.


«Ė ora che i marchi dell’Alta moda siano all’altezza della loro reputazione e inizino a produrre capi di abbigliamento che non costino la salute del nostro Pianeta e il futuro dei nostri figli. Impegnandosi a Detox, marchi come Valentino e Burberry hanno già dimostrato che si può produrre un’Alta moda che non costi nulla al Pianeta. Cosa aspettano invece Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana?» afferma Esperanza Mora, Campaigner di Greenpeace Italia.
La mobilitazione segue la pubblicazione dell’ultimo rapporto di Greenpeace International “Piccola storia di una bugia fuori moda” che ha svelato la presenza di sostanze chimiche pericolose nei vestiti per bambini prodotti da alcune delle più famose aziende d’Alta Moda, tra cui Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana.

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