Russia: confermate accuse di pirateria ad attivisti Greenpeace

La scorsa settimana lo stesso Presidente Putin ha affermato pubblicamente che “chiaramente questi uomini non sono pirati”.

Autore: Redazione GreenCity

La giustizia russa ha formalmente contestato l'accusa di pirateria nei confronti di cinque dei 30 attivisti a bordo della nave “Arctic Sunrise” di Greenpeace, coinvolti nella recente azione di protesta pacifica contro la piattaforma petrolifera artica di Gazprom.
Al momento si tratta di Ana Paula Alminhana, brasiliana, Kieron Bryan, video operatore britannico, Sini Saarela, finlandese, Dima Litvinov, svedese/americano, Roman Dolgov, russo. Rischiano fino a 15 anni di carcere.
"L’accusa di pirateria è rivolta a uomini e donne il cui unico crimine è quello di avere una coscienza. Questo è assolutamente scandaloso e mina alla base i principi della protesta pacifica. Assurdo qualificare gli attivisti come pirati, vogliono solo intimidirci e farci tacere, ma non desisteremo" afferma Kumi Naidoo, direttore di Greenpeace International.


"Si tratta della minaccia più seria all’operato pacifico di Greenpeace da quando gli agenti dei Servizi Segreti francesi misero una bomba sulla Rainbow Warrior uccidendo il nostro collega, il fotografo Fernando Pereira, perché ci opponevamo ai test atomici francesi nel Pacifico. 30 anni dopo gli attivisti dell’Arctic Sunrise si oppongono questa volta alla potente industria del petrolio e per questo potrebbero dover passare anni nelle prigioni russe. Chiediamo a tutte le persone al mondo che almeno una volta hanno agito per qualcosa in cui credevano, e in particolare al grande popolo russo, di sostenerci in questo momento e chiedere il rilascio degli Arctic 30" continua Naidoo.


"I coraggiosi attivisti dell’Arctic Sunrise hanno protestato contro la piattaforma della Gazprom per attirare l’attenzione sulla lenta ma inesorabile distruzione dell’Artico. Il ghiaccio si sta sciogliendo e le compagnie petrolifere si spostano a nord per estrarre quei combustibili fossili che contribuiscono alla fusione dei ghiacci. 30 uomini e donne, giovani e meno giovani, hanno fatto qualcosa per impedire questa distruzione. Come in passato, il loro coraggio e la loro determinazione è al servizio di un futuro migliore per i nostri figli. Hanno agito nell’interesse di tutti noi, ora dobbiamo attivarci e sostenerli nel momento in cui vengono rivolte loro accuse tanto gravi e irrazionali".

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