Greenpeace: italiano il primo produttore di tessuti pregiati a dire no alle sostanze tossiche

Canepa diventa il primo produttore al mondo a impegnarsi volontariamente nello sviluppo di alternative all'utilizzo delle sostanze chimiche pericolose, raccogliendo l'appello di Greenpeace per una moda più pulita.

Autore: Redazione GreenCity

Greenpeace ha annunciato l'impegno nell'eliminazione delle sostanze tossiche di uno dei produttori al vertice dell'industria del lusso italiano: Canepa.
L'azienda tessile comasca - produttrice di tessuti di pregio come la seta e il jacquard per le principali firme dell'alta moda e del prêt-à-porter italiane e del mondo - dice sì a Detox diventando il primo produttore a livello mondiale a sottoscrive pubblicamente il Detox Commitment di Greenpeace per una moda libera da sostanze tossiche.
"Siamo orgogliosi di essere la prima impresa tessile al mondo a sottoscrivere il Detox Commitment - afferma Elisabetta Canepa -. Questo è il nostro contributo a una moda libera da sostanze tossiche che aiuterà i migliori brand dell'alta moda a produrre gli splendidi capi che sanno creare e che con i nostri tessuti avranno anche il pregio di non inquinare un bene prezioso come l'acqua".
Canepa richiederà all'80 per cento dei propri fornitori di rivelare, da gennaio 2014, i quantitativi delle sostanze chimiche pericolose emesse, garantendo a coloro che vivono vicino alle fabbriche tessili il diritto a ricevere informazioni corrette sugli scarichi di sostanze pericolose nell'ambiente.
Canepa, inoltre, ha incluso nell'impegno Detox l'eliminazione della metacrilammide, una sostanza che presenta elevati rischi di tossicità su cui l'azienda ha lavorato nei mesi precedenti all'impegno.
"Dal lancio della nostra campagna Detox, i consumatori di tutto il mondo hanno fatto sentire la loro voce. A loro, per la prima volta nella storia della nostra campagna, si unisce un produttore - dichiara Chiara Campione, Project Leader di The Fashion Duel di Greenpeace -. Se un'azienda come Canepa, che lavora per tutti i più importanti marchi del lusso può impegnarsi così seriamente non hanno davvero più senso l'indecisione di Gucci e Armani, la lentezza di Versace, Ermenegildo Zegna e Ferragamo e la miope opposizione di Dolce e Gabbana, Prada, Chanel e Roberto Cavalli a ripulire le proprie filiere e i nostri vestiti dalle sostanze tossiche e dalla deforestazione" - conclude Campione.

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