Roma verde, sostenibile, innovativa

Per il sindaco Marino si deve assicurare ai cittadini il diritto di “vivere in luoghi il più salubri possibile, che non siano una minaccia costante per la salute”.

Autore: Redazione GreenCity

“Riduzione del consumo di energia da fonti fossili e di risorse naturali; abbattimento delle emissioni di gas serra; riduzione dell’inquinamento locale; realizzazione di un ciclo virtuoso dei rifiuti”.
Queste le principali sfide sul terreno della trasformazione di Roma in città orientata allo sviluppo sostenibile, così come le ha delineate il sindaco Ignazio Marino intervenendo all’assemblea nazionale Regione ed enti locali per la green economy a Palazzo Rospigliosi, in preparazione degli Stati Generali della Green Economy in calendario a Rimini il 6 e 7 novembre.
Marino ha ricordato le tappe istituzionali del percorso che coinvolge Roma: adesione al Patto dei Sindaci “per un modello di sviluppo basato sull’uso sostenibile delle risorse e dell’energia”; Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, per creare “un modello di governance” in grado di fare di Roma “una città europea realmente innovativa”, grazie alla partecipazione concreta a 20 20 20 (il piano europeo di sforzo comune “per la lotta ai cambiamenti climatici e per nuovi modelli di produzione e uso dell’energia”).
Un impegno avviato a suo tempo con la partecipazione di Roma al piano d’azione dell’Agenda 21 locale, che oggi “vede la città partecipare alla sfida di rendere l’Europa più competitiva, puntando sull’energia pulita e sulla qualità dell’ambiente”. 
Sfida complessa, che per Marino implica una serie di presupposti ineludibili: azione comune “per coordinare politiche e investimenti”; capacità di “legare le questioni collegate all’uso efficiente dell’energia a un nuovo modello di mobilità e di trasporti, a un disegno della città basato sulla strategia della sostenibilità ambientale”.
Partendo “dall’idea che le risorse naturali sono esauribili e che è necessario adottare un nuovo paradigma, basato non più sul consumo indiscriminato, bensì sulla gestione sostenibile e sul rapporto tra uso e consumo”. Tenendo dunque “in considerazione l’opportunità di sfruttare le fonti rinnovabili come strumento di sviluppo durevole”.
Sfida ardua ma non più rimandabile, dato che “i cambiamenti climatici non sono più un’ipotesi o una remota previsione, ma realtà che richiedono la capacità di incidere sulle scelte di governo e di gestione”. 
Partendo dunque “dalle aree strategiche come trasporti, scuola e ambiente”, il Sindaco ha enunciato i capisaldi “per una Roma migliore” sul piano dell’ambiente e della qualità della vita: “città a consumo zero di suolo agricolo, più investimenti sulle fonti rinnovabili di energia e sul fotovoltaico, una vera e propria task force per accedere ai fondi europei”.
Primo e fondamentale passo, l’esser parte attiva nei piani ambientali dell’Unione: il già citato “pacchetto” 20 20 20 su clima, energia e produzione e poi Horizon 2020, il programma quadro per la ricerca e l’innovazione. Partecipando – ha sottolineato Marino - “non perché ci viene chiesto ma nel ruolo di promotori”, mettendo a disposizione “tutte le eccellenze presenti nella nostra città”.

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