Si è celebrata sabato la Giornata mondiale del Rinoceronte, in occasione della quale
WWF e TRAFFIC hanno chiesto al Vietnam di aumentare i propri sforzi per affrontare il commercio illegale di corno di rinoceronte che sta minacciando le popolazioni di rinoceronte sia in Africa che in Asia (proprio nei giorni scorsi il rinoceronte di Giava e quello di Sumatra sono stati inclusi nella lista rossa delle 100 specie più a rischio estinzione dell’IUCN).
Solo quest’anno
già 381 rinoceronti africani sono stati vittime del bracconaggio per soddisfare la domanda dei mercati asiatici, in particolare del
Vietnam, e secondo un recente rapporto TRAFFIC (la rete per il monitoraggio del commercio illegale di natura nata da IUCN e WWF) il bracconaggio al rinoceronte per questi mercati ha subito negli ultimi tempi una tragica impennata,
passando da 13 rinoceronti vivi uccisi nel 2007 a 448 nel 2011 (quasi
2 rinoceronti al giorno dall’inizio del 2012), con
171 persone arrestate da gennaio, più che in tutto il 2010. “Un tempo il Vietnam comprendeva uno degli areali di distribuzione più importanti per i rinoceronti in Asia. La perdita dell’ultimo rinoceronte di Giava nel Parco Nazionale Cat Tien nel 2010 è stata una grande lezione per il Paese, utile a risvegliare l’urgenza di tutelare questa specie – ha detto
Massimiliano Rocco, responsabile Specie e TRAFFIC del WWF Italia – La domanda di corno di rinoceronte è il principale motivo per cui i bracconieri giorno e notte non danno tregua ai rinoceronti, un massacro inarrestabile dovuto solo al commercio illegale dei corni tra un Paese e l’altro, un traffico illegale che vede il coinvolgimento di organizzazioni criminali internazionali. Per unirsi attivamente agli sforzi internazionali,
il Vietnam si è impegnato a lavorare sodo nel rafforzare le normative e suscitare una nuova consapevolezza a tutti i livelli della società per combattere il commercio illegale.”
Il WWF, il TRAFFIC e le autorità di Enforcement della CITES del Vietnam
hanno anche promosso una riunione con i rappresentanti dei governi di Vietnam, Sudafrica e Stati Uniti, insieme a esperti di medicina tradizionale, per discutere le azioni globali necessarie alla conservazione dei rinoceronti. E per la prima volta,
50 leader religiosi africani di diverse fedi e Paesi hanno deciso di unire le forze contro il bracconaggio e il commercio illegale che colpisce in particolare rinoceronti ed elefanti, ma anche i ranger impegnati nella loro tutela. Grazie alla
partnership tra WWF e ARC (l’Alleanza Religioni e Conservazione), leader
cristiani, musulmani, hindù, ebraici, buddisti e fedi tradizionali africane si sono impegnati a valorizzare il ruolo che la religione può avere per fermare questa strage, coinvolgendo le comunità locali in una nuova consapevolezza e azione contro la criminalità e per la tutela della natura.
“I corni di rinoceronte non possono essere usati per essere esposti appesi ai muri, nelle vetrine o in farmacie mal gestite. I corni appartengono solo ai rinoceronti, quelli in salute che vivono liberi nel proprio habitat – ha detto
Massimiliano Rocco del WWF Italia – La giornata mondiale del rinoceronte è una grande opportunità per sfatare i miti legati alle proprietà del loro corno. Chiediamo con forza al Vietnam e al Sudafrica che formalizzino un impegno comune ai più alti livelli politici per fermare il commercio di corno di rinoceronte. Le parole non basteranno a porre fine alla strage di rinoceronti. Entrambi i Paesi devono fare molto di più, trasformando le promesse in fatti e azioni concrete. E la comunità mondiale, supportata dai cittadini di tutti i Paesi a tutti i livelli della società, deve far sentire a gran voce questa richiesta.”
WWF e TRAFFIC invitano i cittadini di tutto il mondo a far sentire la propria voce, in Italia su facebook e twitter al grido di
#stopbracconaggio o aderendo
alla campagna
“La sua vita non vale un corno”.