IIAS, consumo di alimenti surgelati: oltre il 36% è “fuori casa”

Nel 2024, la spesa degli italiani per la ristorazione ha registrato un valore pari a 85 miliardi di euro, in calo rispetto al periodo pre-Covid (88 miliardi nel 2019) e con una flessione delle visite (-6%).

Autore: Redazione Greencity

Gli alimenti surgelati sono sempre più apprezzati dagli italiani, che non solo li consumano in casa abitualmente, ma lo fanno anche fuori dalle mura domestiche. SecondoIIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, dell'oltre 1 milione ditonnellate di alimenti surgelati consumati nel 2024, il 36% viene scelto fuori casa (dato comprensivo anche del canale door-to-door e della ristorazione collettiva). Questo risultato certifica la centralità dei frozen food anche nella ristorazione e il loro apprezzamento fuori casa da parte dei consumatori. Il merito sta nelle peculiarità intrinseche di questi alimenti:qualità nutrizionale, praticità, sicurezza, risparmio, antispreco e sostenibilità. Eppure, la ristorazione italiana, da quasi cinquant'anni, è obbligata ad apporre l'asterisco nei menu per indicare la presenza nei piatti di uno o più alimenti surgelati, congelati o abbattuti. Uno strumento che, se da una parte fornisce al consumatore una informazione in più (peraltro parziale e non precisa, vista la profonda differenza fra la surgelazione di tipo industriale e le varie forme di congelamento/abbattimento "fai da te”), dall'altra rischia di dare una connotazione negativa e fuorviante a un prodotto alimentare di indiscussa qualità. "Oggi –spiegaGiorgio Donegani, Presidente di IIAS– per gli italiani gli alimenti surgelati sono sinonimo di qualità, gusto e sicurezza, grazie a una filiera controllata. In più, sono centrali per chi fa ristorazione, perché superano le stagionalità e aiutano a gestire lo spreco alimentare, che è un problema ambientale, sociale ed economico. In questo scenario di maturata consapevolezza e apprezzamento dei surgelati si inserisce la permanenza dell'obbligo di riportare l'asterisco nei menu che, è bene chiarirlo, non deriva da una legge specifica ma da un orientamento della giurisprudenza italiana, consolidatosi a partire dalla fine del secolo scorsoattraverso numerose sentenze della Corte di Cassazione. Parliamo di uno strumento ormai "anacronistico”, che in mezzo secolo dalla sua apparizione è rimasto invariato –continuaDonegani– malgrado l'evoluzione tecnologica, la sempre maggior conoscenza della qualità dei prodotti surgelati e la migliorata consapevolezza e percezione da parte dei consumatori. Non a caso, una recente indagine Doxa ha messo in evidenza come per 7 italiani su 10 la presenza dell'asterisco nel menu non influenzi affatto la scelta di un determinato piatto[4]. In più, l'asterisco nei menunon ha nulla a che fare con la sicurezza igienico-sanitaria dell'alimento, in quanto l'eventuale omissione di tale informazione non rappresenterebbe in nessun caso una potenziale compromissione della salute del consumatore. Tutto ciò considerato –si chiede ilPresidente di IIAS– ha ancora senso oggi questa pratica che non apporta una informazione rilevante per il consumatore?”. La ristorazione italiana sta vivendo un periodo di luci e ombre: se da una parte il 2024 si è chiuso con una spesa da parte dei consumatori di 85 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2023, è altrettanto vero che il dato appare ancora distante dagli 88 miliardi del periodo pre-covid (2019). In calo anche i volumi, con una flessione delle "visite” del -6%, da parte dei consumatori. In questo scenario i volumi di consumo degli alimenti surgelati segnano un dato in controtendenza, con una sostanziale tenuta (+0,1%). La diffusione e l'apprezzamento crescente anche fuori casa degli alimenti surgelati ha molteplici cause. La prima è che gli italiani li trovano buoni: secondo un"Blind Taste Test”condotto da AstraRicerche per IIAS, che ha messo a confronto alcuni piatti realizzati con ingredienti surgelati vs altri analoghi realizzati con ingredienti freschi,tra il 48% e il 68% degli intervistati ha espresso un voto superiore per il surgelato rispetto al fresco in riferimento a qualità, gusto, freschezza e consistenza percepite. La seconda ragione è cheoggiun alimento surgelato ha caratteristiche nutrizionali e organolettiche analoghe, se non migliori, dell'equivalente alimento fresco: gli studi scientifici più recenti dimostrano infatti cheil frozen, in particolare il pesce e le verdure,mantiene pressoché intatto e a lungo il contenuto di nutrienti, cosa che la semplice refrigerazione non è in grado di fare.

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